Si parla di quel femminismo che dai primordi della Repubblica, il 2 giugno 1946, ha partecipato alla elaborazione della Costituzione, con gli articoli 2,3, e di quel femminismo che nel corso degli anni ha elaborato l’art. 51, le leggi contro la violenza con farle diventare reati contro la persona, anziché contro la morale. Si parla di quel femminismo che sostiene il diritto alla salute e alla dignità e della persona con l’art. 32., dov’è incluso il diritto delle donne di non essere massacrate e/o usate come VUOTI A PERDERE, considerate meri contenitori, macchinari per produrre bambini, a loro volta acquisiti alla stregua di “bambolotti” a cui non è concesso nemmeno di poter essere allattati, per la fretta allontanarli in tempi da record dal corpo materno che li ha tenuti in grembo per 9 mesi. Ma che importa! Il giocattolo mica ha bisogno del seno di sua madre! mica avvertirà di non sentire l’odore della mamma, di non udire lo scandire di quel battito cardiaco che lo ha “cullato” come musica celestiale per tutto il tempo in cui cresceva beatamente nel liquido amniotico. Che importa a questi lobbisti del “TUTTO IO”! Che gliene frega delle “assenze” che avvertirà il bambino una volta “sradicato” dal terreno di tenerezza che offre una madre.
Non sono queste le preoccupazioni degli egocentrici, egolatri, che pur di “comprarsi” un bambino usano il corpo femminile alla stregua di un elemento di catena produttiva, qualcosa usa e getta. Così si celebra l’apoteosi dell’individualismo, che è quel guardare al proprio ombelico per ottenere anche l’impossibile, e per farlo si calpestano diritti, pietās, elementi fondanti della democrazia basata sul rispetto delle prerogative di ogni essere umano, a partire da quelle delle donne che danno inizio alla vita. E quel mondo di sinistra al quale molti di noi appartengono ci sta deludendo fortemente per il pallore e l’inconsistenza con cui non-affrontano tematiche cruciali come la violenza che ancora ogni giorno è esercitata contro donne e bambine. Tra gli ultimi il caso di #Saman che dimostra ancora una volta il SILENZIO ASSORDANTE e l’assenza di una decisa presa di posizione contro il male che le è stato fatto, e che purtroppo temo si continuerà a fare con i soggetti pavidi che, specie a sinistra, ci ritroviamo in politica.
IL SILENZIO ASSORDANTE DEI LEADER DI SINISTRA SU #SAMAN E LA DOLOROSA CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA
G7, Le Richieste Delle Ragazze Ai Leader Mondiali (If a young girl could speak to the G7 leaders)
8 thoughts on “DI CHE FEMMINISMO SI PARLA IN TEMPI DI DDL/ZAN?”