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UN ROMANO COME PRESIDENTE!

Raccontava un famoso conduttore tv nato a Roma di aver avuto per un certo periodo della sua vita un sogno notturno ricorrente: quello di diventare Papa. Una volta eletto al soglio pontificio si affacciava alla loggia della basilica di San Pietro e la piazza lo acclamava gridando: “È romano, è romano, è romanooooo!“. Al di là del curioso e divertente aneddoto, sono stati un centinaio nella storia i Papi nati a Roma. L’ultimo fu Pio XII, incoronato in Vaticano nel 1939. Sulla opposta riva del Tevere, invece, quanto a Presidenti della Repubblica Italiana, in oltre 70 di vita democratica non ve n’è stato curiosamente neppure uno che abbia potuto vantare natali nella Città Eterna.

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DAL NUOVO “WORLD INEQUALITY REPORT” RISULTA CHE LE DISUGUAGLIANZE SONO TORNATE AI LIVELLI DELL’INIZIO DEL NOVECENTO

 

La forbice si allarga. La conclusione amara (e non troppo sorprendente) che emerge dal nuovo World Inequality Report è che le disuguaglianze sono tornate ai livelli dell’inizio del Novecento. Confrontando le situazioni di disuguaglianza fra i Paesi e al loro interno, il rapporto sottolinea però che «la disuguaglianza è una scelta politica, non un fatto inevitabile».

Non a caso, una notizia che ha suscitato clamore è stata la bocciatura in consiglio dei ministri di quello che erroneamente è stato definito come “contributo di solidarietà”. Il premier Mario Draghi aveva proposto di congelare per un anno lo sgravio Irpef sui redditi sopra i 75mila euro, arrivando a un tesoretto di 248 milioni, così da spostare risorse contro il caro bollette e venire incontro alle richieste dei sindacati per un maggiore equilibrio tra redditi alti e bassi.

Ma si sono opposti la destra, Italia Viva e alcuni Cinque Stelle. E quindi la proposta non è passata (Il Sole 24 Ore). Ma, al di là della misura e dei litigi politici, le disuguaglianze in Italia restano un problema: nell’ultimo rapporto Oxfam Disuguitalia”, viene fuori come la distanza tra ricchi e poveri negli ultimi decenni sia cresciuta. Dagli anni Ottanta, il reddito del 10% più ricco è andato aumentando, mentre quello del 50% più povero è costantemente sceso.

Fondazione Feltrinelli      → Leggi di più      

 

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MENTRE MEZZA EUROPA BARCOLLA MARIO DRAGHI NON MOLLA

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DONNE ASSASSINATE IN EMILIA, QUATTRO IN POCHI GIORNI, UN PALESE EFFETTO WERTHER DI CUI NESSUNO TIENE CONTO (SUGGERITA LA SORDINA)

Non è un caso che una dopo l’altra siano uccise donne per i motivi più disparati, come non è una novità che le modalità di divulgare le notizie su tali crimini incidano profondamente sulla psicologia di soggetti borderline e persone orientate a considerare se stessi vittime di decisioni e atteggiamenti altrui (la fidanzata, la madre, la compagna). Restanoi mperterriti i giornalisti che scelgono di pubblicare titoli “giustificanti” il crimine con frasi del tipo “Padre violento uccide il figliolo per vendetta. Era lei che lo voleva lasciare” .

Un altro fattore da considerare tra le modalità di comunicare e gestire i delitti contro le donne, è la vittimizzazione secondaria ovvero quelle situazioni in cui le donne diventano vittime una seconda volta: nei tribunali, nei percorsi legali e sanitari, nella rappresentazione dei media, nel contesto sociale, nel giudizio delle scelte di vita.

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LA STRATEGIA FALLIMENTARE DI BORIS JOHNSON. (IL “LIBERI TUTTI ” CHE PORTA ALLA MORTE DEI CITTADINI)

 

Niente green pass, né mascherine né prudenza, né distanziamenti. Va  tutto bene, madama la marchesa, il  “tutti liberi” del premier britannico, che pare abbia già messo in conto in conto questa drammatica situazione di pandemia con una media altissima di contagiati e morti quotidiani. Decisioni prese per spingere l’economia? Per aumentare il Pil? Non è dato capire – a lume di buon senso – che cosa lo spinga Boris Johnson a questa débâcle che ha fatto ripiombato nell’incubo la Gran Bretagna. I numeri dei nuovi contagiati e morti giornalieri sono saliti ai livelli del marzo

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