È il nostro autolesionismo che ci ha portati fin qui. Quell’alienante autoflagellazione dell’Occidente che da anni coltiva sensi di colpa e ci porta a vivere divulgando una specie di cultura erbivora, senza considerare che siamo circondati da spietati carnivori.

“Se un attacco nel cuore dell’Europa ci ha colto impreparati, è perché eravamo impegnati nella nostra autodistruzione, scrive Federico Rampini  nel suo ultimo libro ‘Suicidio occidentale’. Ma è ora di rinsavire e riconquistare l’orgoglio per le nostre qualità esistenziali, interrompendo la alienante autoflagellazione.

È ora di tornare alla concretezza, all’ammirazione per la n0stra cultura, sgombrando il campo da rivisitazioni della storia parziali, strumentali e alla continua ricerca di vittime; e quando è possibile, davanti a chi affermando scempiaggini suscita la nostra ilarità, permettiamoci pure di ridergli in faccia. Senza più dare spazio a teorie campate in aria, basate su vittimismi fuori tempo e fuori luogo; fuori contesto, specie se ignorano i principi per i quale sono possibili tali imbecillaggini, dette e propagandate grazie alla libertà che è la prima delle prerogative occidentali. Una tale grande, immensa libertà che permette a chiunque di architettare  ricostruzioni distorte della vicende storiche, e denigrazioni dell’arte, della sapienza, dell’erudizione. Un principio di libertà così magnanimo da essere scritto non solo in vari paragrafi delle nostre costituzioni, ma talmente profondo da risultare inciso a caratteri cubitali nel cuore dell’umanità occidentale, incancellabile, irriducibile, inalienabile fino al punto di concedere ai denigratori  – per dare loro diritto di parola e spazio espressivo – la progettata demolizione dei nostri elevati principi di convivenza civile ed umana.

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