Certo che ‘sta Concita è proprio ai miei antipodi. Quando ho visto #Renzi fare quella specie di show al #Quirinale, usando anche formule da bar, come “volevano asfaltarci e non ci sono riusciti”, sono rimasta un po’ perplessa, considerata la “sacralità” del luogo. Ho apprezzato invece la pacatezza e la serietà di #Zingaretti, sempre inappuntabile.
Al contrario, Concita de Gregorio sembra essere rimasta favorevolmente impressionata dai giochi pirotecnici di Renzi e ha visto timidezza nell’atteggiamento di Zingaretti, liquidato come una specie di poveretto succube di #grillini e di #Tabacci, incapace persino di trovare l’uscita dal Quirinale (di fronte a un bivio con due corridoi ha avuto un attimo di esitazione su quale imboccare; lo avevo notato anch’io, ma non mi è parso un episodio così dirimente per giudicare la statura di un leader). È un fatto che il Partito Democratico di Zingaretti viaggi al 20% nonostante le fuoriuscite di Renzi, #Calenda e #Bersani. Il PD di Renzi, con la sola defezione di Bersani era invece al 18, minimo storico raggiunto del partito.
ln ogni caso il Segretario ha risposto alla De Gregorio per le rime: “L’eterno ritorno di una sinistra elitaria e radical chic, che vuole sempre dare lezioni a tutti, ma a noi ha lasciato macerie sulle quali stiamo ricostruendo”.
 

Scende in campo pure #Confindustria. Vuole #Conte fuori. Suggerirei a Confindusctria di fare un partito, di candidarsi e andare in Parlamento con i loro deputati e senatori. E’ così che funziona in #Democrazia… Ma forse mi sbaglio. C’è il #lobbista#Renzi, loro portavoce che si arttiva a sufficienza per portare avanti le istanze. ?https://bit.ly/2YsdCJ8? … e torna pure l’invidia “del costo del lavoro” in Arabia Saudita.
#ConcitaDeGregorio #radicalchic
#NicolaZingaretti
 
* per sintetizzare alla G.Bettini: “Il PD è l’elefante buono che porta in groppa un chiassoso suonatore di tamburelli” . La gente purtroppo bada al “pazzariello” e al rumore che fa piuttosto che al lavoro dell’elefante.
*  “Il radical chic è un borghese andato a male” (Roberto Gervaso)