La convention democratica diventata “Kamala day”
per il carismatico intervento della prima donna vicepresidente degli Stati Uniti
Nel suo primo discorso la Harris, ex senatrice della California, ha rammentato le donne che l’anno preceduta che “si organizzarono, si mobilitarono, marciarono e lottarono, non solo per votare, ma per conquistare un posto al tavolo delle decisioni. Sono loro ad averci dato, a noi che siamo venute dopo, le opportunità di cui adesso godiamo. Queste donne ci hanno spinto a raccogliere la fiaccola e a combattere. Donne come Mary Church Terrell e Mary McCleod Bethune. Fannie Lou Hamer e Diane Nash. Constance Baker Motley e Shirley Chisholm. Non ci insegnano spesso le loro storie. Ma come americane, poggiamo tutte sulle loro spalle […]. Sono donne nere, asiatiche, bianche, ispaniche, native americane, che nel corso della storia di questo paese hanno aperto la strada per questo momento, si sono sacrificate per l’uguaglianza, la libertà e la giustizia per tutti noi; penso alle donne nere che troppo spesso non sono considerate, ma sono la spina dorsale della nostra democrazia. Penso a tutte le donne che hanno lavorato per garantire il diritto di voto e che ora nel 2020 con una nuova generazione hanno votato e continuano a lottare per farsi ascoltare. Stasera voglio riflettere sulle loro battaglie, la loro determinazione, la loro capacità di vedere ciò che sarà a prescindere da quello che è stato. E questa è una testimonianza della personalità di Joe, che ha avuto il coraggio di buttare giù uno dei muri che continuavano a resistere nel nostro paese scegliendo una donna come vicepresidente”.
Le parole coinvolgenti di Kamala Harris, sono poi indirizzate alle bambine: “Anche se sono la prima a ricoprire questa carica, non sarò l’ultima. Ogni bambina, ragazza che stasera ci guarda vede che questo è un paese pieno di possibilità. Il nostro paese vi manda un messaggio: sognate con grande ambizione, guidate con cognizione, guardatevi in un modo in cui gli altri potrebbero non vedervi. Noi saremo lì con voi”.
Particolarmente toccante è la parte del discorso in cui la Vicepresidente esprime gratitudine e ammirazione per la madre. La più importante donna della sua vita, il cui nome non è noto, la cui storia non è conosciuta. Una donna, sulle cui sulle spalle lei si è appoggiata che le ha insegnato con l’esempio di una esistenza piena di sacrifici come l’impegno schiuda la strada del successo verso i risultati in campo sociale, culturale, politico. Ed ora Kamala, trascinatrice di folle colta e tenace, ne ha la conferma. Barack Obama disse di lei che è la più bella procuratrice d’America. Un commento che l’aveva indignata, tanto da ottenere, le scuse dell’allora presidente.
Anteporre la bellezza alla capacità potrà essere certamente irritante, ma non è certo un demerito per chi potrebbe avere le carte in regola per essere la prima presidente degli Stati Uniti.
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Wanda Montanelli – Attività Pubblica
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