Le preoccupazioni di Antonio Di Pietro,
i suoi tentativi di esorcizzarle
Senza altri eufemismi entrerò diretta nell’argomento. Nel merito di una citazione che mi riguarda in un’agenzia “Dire” del 16 aprile, anche perché dopo due interviste a quotidiani nazionali che mi chiedevamo dichiarazioni in proposito, appare doveroso fare chiarezza su alcuni elementi semplici che riguardano le liste elettorali. Argomento di questi giorni molto dibattuto a più livelli. L’arte di confondere i fatti con le storielle sta diventando sempre più conosciuta ed esercitata. Da un po’ di tempo a questa parte la politica va a scuola di manipolazione sociale e spesso riesce anche se in modo maldestro a far credere che il ‘nulla’ sia seta , e il cascame lana.
Ma torniamo alle esternazioni di ADP (acronimo di Antonio Di Pietro).Leggo sul comunicato stampa succitato:“Non sono un ducetto e nemmeno un maschilista. Ecco la prova”. Antonio Di Pietro ribalta un luogo comune e alle prossime elezioni mette in campo un “esercito rosa”Sono davvero passati i tempi in cui dell’ex pm si diceva che era un “despota maschilista”. Solo due anni fa così la pensava Wanda Montanelli, allora responsabile del dipartimento politiche di genere dell’Italia dei Valori. Con un lungo sciopero della fame cercò di convincere il mondo della “scarsa attenzione riservata da Di Pietro alla componente femminile nelle liste per la camera e per il senato”. Di più: Montanelli ricorse anche al giudice civile per ottenere il risarcimento dal danno esistenziale. Oggi il maschio sotto accusa, Antonio Di Pietro, si prende una piccola rivincita e si presenta alla stampa con una piccola ma agguerrita pattuglia di candidate per Bruxelles. “Sette professioniste- spiega lo stesso Di Pietro- ognuna pienamente realizzata nel suo campo e in famiglia […].”.Apprendo la notizia e non sto nei panni dalla contentezza. Allora il mio doppio sciopero della fame ha portato un risultato tangibile! Le “magnifiche sette” dei miei reiterati appelli saranno elette al Parlamento di Strasburgo! Che importa se non ci son io. Le donne Idv riconosceranno che il coraggio e l’ottimismo non devono mai mancare e credo che per me nutriranno un po’ di gratitudine perché dopo anni un risultato a casa l’avremo portato. Che bello! Avrò sette amiche a Bruxelles con le quali proseguire i nostri programmi di riforma a tutela dei diritti umani.
Passo a leggere la posta e Outlook mi scarica una marea di mail. Tante degli amici di facebook, ma tantissime dalle donne e gli uomini di Idv che si lagnano per le scelte elettorali. Che succede?
“Dalle Alpi alle Piramidi – mi scrivono – c’è uno scoramento generale. I più dicono che Montanelli aveva ragione, qui non si considera il valore di chi fa crescere il partito, e le donne, da nord a sud e anche alcune dei dipartimenti esteri sono furiose”.Continuo a leggere le agenzie per meglio capire e vedo che i nomi presentati in conferenza stampa da ADP sono di persone cooptate. Qualcuna delle donne elencate le conosco, mi hanno pure sostenuta durante lo sciopero della fame. Che dire? Nulla contro di loro; che riescano nel loro proposito. Ma mi chiedo perché Di Pietro usa suggestivamente i mio titolo “sette magnifiche donne Idv” per candidarne altre che con le sette originarie non hanno nulla a che fare?
Mi copiano anche le frasi. Dopo avermi tolto tutto: i diritti di cittadinanza politica, le risorse, i sogni, si appropriano delle mie parole.
L’espressione “una piccola ma agguerrita pattuglia di donne” è anche questa copiata e l’avevamo lanciata in un comunicato che elogiava il gruppo femminile posto in prima fila a sostenermi nella lotta antidiscriminazione. Ma porca miseria. Io ho un po’ di talento nel coniugare le frasi e mettere insieme le parole. Anche di queste mi si spoglia?Questo modo di fare la copia di frasi e iniziative da me realizzate si reitera nel tempo:
La “Consulta delle donne”, dopo anni di onorato servizio, viene di punto in bianco soppiantata con una consulta “B”, messa in piedi in fretta e in furia, tanto in fretta che le mogli dei parlamentari o dei coordinatori politici regionali destinate ad essere elette non ebbero nemmeno modo di fare le cose per bene. Quando le pratiche sono svolte d’urgenza capita di incorrere qualche errore. La fretta dipende dal fatto che in tali casi sono in gioco alcune condizione favorevoli, come ad esempio la quantità di tessere di chi le possiede già in gran numero, l’uso degli spazi per fare riunioni che non sono prerogativa femminile, il costo economico dell’elezione in cui le donne non hanno autonomia gestionale (ricordiamo il famoso art. 3 – legge 157/99 per la promozione attiva delle donne alla politica che è puntualmente disatteso, il che lascia le donne nella povertà più assoluta) .
Insomma è come mettersi in gara a piedi contro chi, poiché sponsorizzato, ha l’automobile da corsa piena di carburante.
Dicevo che la Consulta “B” , o “Ombra” fu eletta così in fretta che la moglie di un Coordinatore regionale non ebbe nemmeno il tempo di farsi un account per avere una casella di posta elettronica propria. Era arrivata all’ultimo minuto nel partito, e per scrivere a lei (candidata al ruolo politico di rappresentanza femminile) bisognava rivolgersi alla casella di posta del marito. Molto buffo no? Una donna che vuol rappresentare le Pari Opportunità che comunica solo attraverso suo marito.
Cosa avrà detto lui alla moglie?: “Sbrigati che i digiuni della Montanelli qualcosa di buono hanno portato. Mo’ vuoi vedere che ti faccio eleggere rappresentante delle lotte femminili? Così il Presidente è contento perché non se ne può più con queste donne che pretendono di pensare con la capoccia loro!
Che… per caso sai se tua cugina, a tempo perso, dopo che ha sbrigato le sue faccende, si vuol dedicare a fare la rappresentante donne? Sai, ci servono anche le esponenti provinciali e comunali….meglio andare sul sicuro e fare tutto in famiglia.Così nacque la consulta “propaggine”. Espressione del talento maschile a imbrogliare le carte in tavola.
Ma dov’è adesso?
Dico, la consulta B, dov’è?
Si troverà nelle liste elettorali per l’Europa e per le Amministrative?
E le bravissime politiche della Consulta “A” dove stanno? Saranno messe capolista nelle liste?
Quelle che son rimaste, intendo. Poiché molte sono oggi con me. Ma quelle che hanno voluto restare e investire ancora sul loro diritto vivere un percorso politico all’interno di Idv saranno messe in condizioni di essere elette?
Sarà data loro la posizione di capofila e tutti gli spazi della comunicazione elettorale?
Si tratta di essere presenti nei dibattiti televisivi, nelle conferenze stampa, negli eventi organizzati, nei manifesti in tutte le città del loro luogo elettivo.
Tutto questo loro non possono organizzarlo da se stesse perché i famosi fondi “per le pari opportunità” non sembrano ancora accessibili, ma il partito farà in modo che si spenda comunque denaro, lavoro, promozione, risorse umane, indicazione di voto agli iscritti. Sarà fatto tutto questo?Non voglio lasciarmi sopraffare dal pessimismo. Spero ancora che tra queste (magnifiche) sette ci siano le bravissime e talentuose esponenti originarie. Anche loro sono della società civile e oltre che buttare sudore e fatica nel partito inseguendo un’idea di società migliore, vi assicuro che appartengono alla società civile. Anzi civilissima: specializzate professioniste in medicina, psicoterapeute, volontarie dell’associazionismo, docenti universitarie, avvocate, ecc. Il lavoro politico lo fanno da molti anni gratis. Anzi no, pagando di tasca propria.
Anche le altre, arruolate con l’annuncio che cercava aspiranti candidate tra le “esponenti della società civile”, avrebbero diritto a una vera chance. Si facciano mettere le une e le altre a capo delle liste sia europee che amministrative. Allora andremo bene.
ADP Ascolti Dario Franceschini, il segretario PD, o gli altri segretari politici che non trovano corretto far finta di voler andare a fare il parlamentare europeo sapendo a priori che non ci si resterà nemmeno un minuto. Metta le donne capolista e uscirà dall’imbarazzo di dover rispondere sulle difformità da certi principi così ad alta voce enunciati.Perché in capo alla lista?
Me lo hanno domandato i giornalisti con i quali ho parlato della faccenda.
Perché – mi hanno chiesto – insiste sul doversi trovare, le donne, a capo della lista se questa volta le liste non sono bloccate e l’elettore può scrivere il nome del candidato preferito?Bisogna che io spieghi che non tutti possono avere una fama che suona pronunciando il nome di Levi Montalcini.
Se una persona (uomo o donna) ha una fama pari a quella di Levi Montalcini può anche accettare di trovarsi in mezzo o in fondo alla lista e venire ugualmente eletto/a.
Salvo la perplessità da parte dell’elettore nel trovare un personaggio di tale portata in un punto qualsiasi della lista, si potrà interpretare la cosa con una nota snobistica del candidato illustre e scrivere ugualmente il nome Montalcini sulla scheda elettorale.
Ma chi non è Levi Montalcini, mettiamo si chiami Bianca Bianchi dovrà contare sulle persone che la stimano per le cose che ha fatto nella vita. Tale gruppo di persone, poniamo che sia numerosissimo, dovrà intanto accogliere il programma della candidata e quindi votarlo scegliendo lei. Per votarla e non avere la sensazione di buttar via un voto dovrà credere nella reale opportunità della persona pur stimatissima che si propone. A tale convincimento si arriva attraverso alcuni indizi.
Primo indizio: posizione nella lista. Prima di lista equivale a dimostrata fiducia nelle sue capacità da parte del partito che la presenta.
Secondo indizio: promozione pubblicitaria della candidata e spazi televisivi a disposizione (che sono in genere concessi ai capolista).
Terzo indizio: (che, sapete, insieme agli altri due fa, per Poirot, una prova) il partito sostiene la candidata e lo annuncia ai cittadini.
Che vuol dire ciò? Che tutti gli altri candidati non hanno nessuna opportunità di farcela?
Non è così. Vediamo perché:
– Levi Montalcini è ok. Abbiamo detto che la voterebbero comunque.
– L’esponente di partito, con accordi interni può essere eletto/a perché il partito fa per lui/lei accordi tali che può dar come certa la sua elezione.
– I ruoli istituzionali già in campo da molto tempo: Parlamentari, Governatori, Consiglieri regionali, provinciali, Sindaci, Assessori; hanno un seguito di consensi se hanno ben lavorato che gli garantisce il voto del tessuto sociale ed elettorale in cui operano.
– I capi di grosse aziende con migliaia di dipendenti e con legami nell’indotto, se sono persone stimabili e positive possono contare su un numero di voti tra coloro che sono nella loro orbita.
Restano le/gli esponenti della società civile: associazioni, consorzi, organizzazioni sindacali, ecc.
Per queste ultime categorie la riuscita elettorale parte dai tre indizi che fanno una prova, ed in mancanza di quelli l’elezione dipende dall’avere disponibilità economica, logistica, di risorse umane, di uffici stampa per programmare la propria candidatura con un’alta percentuale nelle previsioni di riuscita. Il che significa, riassumendo, o che l’esponente della società civile è promosso dal partito, o che sta per tutto il mese precedente le elezioni in ogni spazio di tv, stampa, internet, e blog in rete; oppure la nostra Bianca Bianchi dovrà avere molti mesi di preavviso per poter organizzare a suo modo e con le sue risorse la sua elezione. Quindi mettere in moto un meccanismo per il quale si attiverà ad avvisare tutti coloro che sono nella sua orbita per dir loro che sarà certamente candidata con il partito tal dei tali, che non importa se proprio non è quello che i suoi estimatori preferiscono, poiché trattasi di candidatura indipendente attraverso la quale si porteranno avanti le istanze a cui loro tengono.
Con un lavoro capillare Bianca Bianchi può farcela, contattando e facendo contattare più di una volta i suoi estimatori, nella rete di associazioni e gruppi che la conoscono. Lavoro lento, difficile, anche estenuante, ma necessario.
Al di fuori di questo, le candidature che portino un voto o mille sono regali dati gratuitamente al partito che ospita le persone che ci mettono la faccia, la storia, e le risorse economiche praticamente senza chance, e per avere nulla in cambio.Oggi mi chiedo chi darà e cosa all’altro.
ADP avrà finalmente capito e metterà le donne capolista?
Le presenterà in tutte le trasmissioni tv al suo posto?
Allora -che bello- le candidate riceveranno una vera opportunità di riuscita.
Non sarà così?
Mi dispiace prevederlo, ma, nel malaugurato caso, saranno le candidate e i candidati a fornire un regalo ad ADP che farà di loro un uso momentaneo, salvo dimenticarsene quando non gli serviranno più.
L’esempio del passato fa da monito:
Elezioni 2005: venticinque eletti, tra cui molti cooptati, e tra questi due donne.
Elezioni 2008: 43 eletti, quasi tutti uomini tra cui molti cooptati, e tra questi quattro donne.
Vogliamo fare il calcole delle percentuali?
Ma lasciamo perdere.Tutte le altre: portatrici d’acqua, purtroppo. A cui nessuno dirà grazie. Anzi.
“Ma allora – mi ha chiesto la giornalista di un quotidiano – se così fosse quel comunicato sulle candidature femminili avrebbe il valore di una foglia di fico?”.
“Praticamente sì – ho risposto – ma è lei a dirlo. Io non son sicura di poterlo dire. O forse potrei dirlo se lo riscontrassi ad elezioni avvenute. Insomma, ci devo andare cauta. C’è sempre una causa in Tribunale aperta e le mie esternazioni devono essere un po’ mediate.Eppoi calma. La speranza è l’ultima a morire.
Che ADP si ravveda davvero?
Lo spero, per le magnifiche sette, per me che ne sarei felice, e per le altre candidate che si affacciano per la prima volta in questo oscuro mondo della politica.
Noi donne tentiamo di fare chiarezza. Anche la causa civile ha questo scopo.
Mi scrivono sul blog “Speriamo in un giudice a Berlino”.
Io so che ci sono tanti giudici in Italia che sono lì per fare il loro dovere ed applicare l’articolo 3 della Costituzione scritto in sintesi in un cartello affisso in ogni Tribunale “La legge è uguale per tutti”. Sono convinta dello spirito di giustizia che anima tanti magistrati, altrimenti non avrei iniziato da donna senza protettori né potere politico una causa civile contro Antonio di Pietro nella sua qualità di presidente di un partito e ministro delle infrastrutture. Causa ancora in atto, ricordiamolo, pendente presso il Tribunale di Milano.
Niente di personale contro di lui. NDP. Ditemi però che cosa viviamo a fare se non possiamo contare né sperare in un mondo più equilibrato e giusto.Roma, 20 aprile 2009. Wanda Montanellihttp://www.grnet.it/index.php?option=com_content&task=view&id=790&Itemid=9
Italia dei Valori è un Partito che non esiste perché non è mai “partito”. Quando la gente si accorgerà dell’inganno sarà molto difficile per Di Pietro giustificare la gestione teocratica del SUO Partito politico. Non accetteremo mai di votare candidati calati dall’alto nei Collegi elettorali dove fino a pochi mesi fa Italia dei Valori chiedeva a gran voce le Primarie. Cosa ci resta da votare se anche Italia dei Valori, con il suo leader (padrone!), ha tradito i Cittadini?
siamo presi in giro per l’ennesima volta per le scelte di Di Pietro di pescare candidati a destra e a manca per solo fini elettorali. Si spegne il progetto comune di essere un partito con le regole di democrazia- chi comanda è solo lui e fa quel che vuole – noi siamo pedine di una scacchiera dove gioca da solo
giovanni
era meglio la volta che hai spiegato che siamo il taxi dovre sale chi vuole e poi scende la fermata dopo. il taxi siamo noi attivisti di idv e più di taxi non saremo mai. Carmine
i partiti di una volta avevano un’organizzazione e i comitati elettorali per decidee le candidature, nonché ferrei regolamenti. Questi non son “partiti”,ha ragione Walter.
Così non può durare.
Ilbiviofapaura-group
della serie… perche’ arrovellarci a pensare nuove proposte quando si può benissimo scopiazzare (male) una vecchia proposta dell’anno scorso della montanelli?
le competizioni elettorali mi danno la nausea, non c’è tra i contendenti chi è in modo concreto diretto a fare qualcosa per il mondo che va a scatafascio. Il terremoto in Abruzzo è l’ultimo della serie, ma tutti si riempiono la bocca di sole enunciazioni di pricipio, la forza delle donne è assente dal contesto e dovremo noi prendere in mano la situazione. Capisco l’auspicio di Wanda, ma l’azione va irrimediabilmente verso l’autonomia e l’affrancamento dal sistema partito. Inventiamo altro di efficace e lavoriamo in rete tutte.
carolalibera
ti avevo scritto di candidarti a governatore dell’Abbruzzo, quasi avessi avuti un preentimento che doveva finire così. A Chieti non abbiamo i problemi del capoluogo che dove vai è un pianto. La società del profitto è un modello maschile in cui non ci riconosciamo. I risultati sono evidenti e fallimentari.
Graziella
quando è fissata prossima udienza?
Dmmelo che ci vengo con le mie associate.
Coraggio Wanda. Arriva sempre il momento in cui l’ipocrisia umana è scoperchiata.
Nadia
Questa è la gratitudine! Ma bisogna resistere,resistere e continuare a pensare ed operare come se tutto fosse andato a posto. Verrà il momento in cui delle persone perbene ci sarà bisogno. Almeno lo spero,per questo ho scritto un libro sull’emancipazione femminile ,per ricordare le nostre sofferenze a partire dalla metà dell’Ottocento .
Cordialità. Gae Sicari
ci sono certi partiti con voce monocorde e che non considerano che la massima parte dei problemi attuali derivano dalla insensibilità per gli scempi fatti all’ambiente. In Italia i verdi hanno poca visibilità e gli altri se ne infischiano di investire sulla salvezza della terra. Io ritengo che la scarsa attenzione alle energie rinnovabili, al progetto “natura” è dovuta al vuoto mai colmato dalle donne nei governi nazionali e regionali. Noi abbiamo la vista lunga in questo senso anche per lasciare un mondo vivibile ai nostri figli.
michela
QUESTA VOLTA LE DO RAGIONE. NON SONO D’ACCORDO CON LEI PER CERTI DISCORSI, E L’HO SCRITTO, PERO’ OGGI IL DISCORSO E’ GIUSTO.. SE NON PASSO I SOLDI A MIA MOGLIE COME FA LEI A FARE LA SPESA? O SE NE VA A LAVORARE O SE LAVORA IN CASA IO LA DEVO SOSTENERE, E POI E’ GIUSTO CHE NON DEVONO ANDARE AVANTI NELLA CARRIERA POLITICA SOLO LE MOGLI O LE AMICHE DI UOMINI IMPORTANTI.
DISTINTI SALUTI.
FRANCO BARZAGHI
Beppe Severgnini non voterà il 7 giugno. Lo ritengo un errore e andro comunque a votare però giornalista del Corriere ha ragione nel suo disgusto se scrive che osservando il panorama politico nazionale e le candidature si candidano Vecchi delusi, giovani amiche,trombati, parenti invadenti, ex potenti indigenti.
Ci vanno da soli e va bene, ma ce li mandiamo noi non è folle?
miriam
un terzo dei rappresentanti a Strasburgo sono donne, e si evince che due terzi sono uomini.
Se le donne non andassero a votare si giungerebbe ai risultati che tutte le lotte femministe non hanno mai dato.
Abbiamo un potere che non sappiamo usare.
silvia
Wanda, hai tutta la mia solidarietà.
Antonio di Pietro sta perdendo una grande occasione, quella di creare un partito democratico diverso da quelli della tanto detestata “prima repubblica”. In IdV manca un processo di democrazia interna, manca il dibattito, manca il confronto, manca la fucina di idee, manca la capacità di fare ed elaborare critica. Antonio, grazie alla sua figura carismatica, sarebbe potuto essere il centro di attivazione di tutto questo, ma invece conduce la sua politica in puro stile Berlusconi, cioè prodotti da supermercato. Forse IdV saprà anche raccogliere tanti voti di dissenso e di protesta, ma non sarà un’entità diversa dalle altre. Forse ADP spera di mantenerne il controllo, ma la storia insegna che non è mai così, semmai il contrario.
Mario Castorina
a che ci serve il parlamento di strasburgo se noi meridionali ci troviamo sempre gli stessi con le pezze al c. Ci vuole il lavoro, le case, la pulizia, le scuole e gli ospedali. Noi stiamo a Napoli no a Bruxelles.
MARCELLO
Malta non fa sbarcare i clandestini, noi li accogliamo come è giusto e li rifocilliamo. Il Mediterraneo è un problema drammatico di cui la comunità europea non si occupa. Sono totalmente d’accordo con Wanda perché come lei affiderei a donne capaci la gestione pubblica
Amministrativa e non solo nel governo nazionale e nel parlamento italiano, ma in Europa dove si può fare di meglio e di più
Lilly
Cara Wanda, ho letto il tuo divertente articolo, e si ride per non piangere certe volte. vedi un po’ che maschere si mettono in faccia certi duci preoccupati di sembrare illuminati e democratici. E’ evidente che la tua azione civile, e legale mette in imbarazzo il presidente del partito che come dice quel tal walter, non è mai “partito”.
Chiamami se c’è da sostenerti.
Paola
ma anche Touadì la lasciato non è vero?
Si vede che il caratterino del personaggio non è facile o che come gli altri che lo hanno preceduto non si trovano con i conti, del resto la politica si fa con i quattrini e con quelli compri anche i consensi perché hai possibilità di fare campagna.Perciò noi donne non abbiamo opportunità in quanto povere. La legge 157 che tu citi spesso aveva questo fine. dico AVEVA. Speri nella magistratura ed io sono con te. ciao.
Loredana
c’era chi diceva ‘facciamo qualcosa di sinistra’ , ed io mi auguro che almeno nelle elezioni europee la sinistra vinca perche gli itani abbiano un panorama politico completo. Non è sano adesso, non solo per la penuria di donne ma per l’assenza di grandi fasce sociali che non sono per nulla rappresentate.
SANDRA GARGIULO
Stamattina al tg5 hanno fatto vedere un articolo in cui si dice che s’è comprato la decima casa. Secondo me sta cercando di imitare Berlusconi ma con risultati patetici. Per quanto possa fare sarà sempre un poveraccio al confronto di lui. Gli ci vorrebbero, a questi ritmi, 400 o 500 vite per raggiungerlo!!!
a che ci serve il parlamento di strasburgo se noi meridionali ci troviamo sempre gli stessi con le pezze al c. Ci vuole il lavoro, le case, la pulizia, le scuole e gli ospedali. Noi stiamo a Napoli no a Bruxelles.
MARCELLO
Scusami Marcello ma se il popolo del sud piange da tempi lunghissimi miseria e povertà forse la colpa non è sempre e solo dei Borbone o delle mafie.
A volte mi chiedo se tanta gente si merita un Borsellino un Falcone un Saviano …
Vivi e morti che hanno voluto e vorrebero dare dignità a delle terre straziate dall’arroganza dallo strapotere e dall’ignoranza.
In montagna l’estate si taglia legna per l’inverno altrimenti si muore.
Non si chiede l’esempio alpino ma neppure mangiare con le buste regalate in cambio di voti.
lo trovo tribale un simile atteggiamento e se tanto mi da tanto fore ha ragione chi le distribuisce.
No, non sono una leghista sono solo una figlia per metà meridionale e metà del nord.
Un dibattito autentico sulla cittadinanza femminile in politica non riesce a decollare.
Le ipocrisie a vantaggio del sesso debole sono ormai infinite. Sulla pelle delle donne si intasca danaro per politiche europee, nazionali e statutarie mai perseguite.
Ricordo bene, cara Wanda, la tua proposta delle magnifiche sette. Addirittura siamo andate ben oltre saldando tutta l’opera di coinvolgimento al femminile in un irrinunciabile gioco di squadra.
O la squadra o niente!
Nessuno ha recepito l’importanza di questo progetto straordinario…la stessa sinistra ultra sinistra ha difficoltà a lasciare il passo a tanta uguaglianza con gli interessi del caso.
La popolarità, il potere vuole la garanzia del nome scritto in grande…e anche se già gli appartiene lo vuole lo stesso.
Una vanità questa che mal si coniuga con chi blatera uguaglianza e mondo equo.
Credo che l’unico strumento capace di picconare questo volgare sistema patriarcale di colore nero, blu, verde o rosso siano le donne capaci di dissentire a qualsiasi forma di tutela da quattro soldi.
Tutte le donne che hanno una tessera di partito e che sono destinate a portare acqua ai soliti o ai nuovi cooptati dovrebbero stracciarle ed unirsi.
C’è urgenza di votare solo al femminile e pian piano ci arriveremo….fino ad integrare il nostro essere con quegli uomini di buona volontà che non soffrono di ansia da eletti nei confronti del genere femminile.
Dobbiamo andare a votare comunque.
Anche chi non va a votare per protesta è bene che sappia che contribuisce con i propri soldi alla vita di tutti i Partiti che partecipano alle votazioni.
Il calcolo dei rimborsi viene fatto sugli iscritti alle liste elettorali indipendentemente dall’affluenza alle urne.
tutti i partiti inclusi quelli che non hanno accesso in parlamento accedono alla spartizione di cifre impressionanti.
Con questi danari si finanziano carta stampata e naturalmente i partiti stessi.
Una vergogna tutta italiana che ogni cinque anni costa agli italiani un miliardo di euro per rimborsi elettorali.
Se ci fossero anche le donne italiane a decidere sulla qualità di “certe norme”, di certo il contraccolpo sarebbe grande e lo strapotere di taluni abbasserebbe le penne.
Chiedetevi quante di voi è stato invitato a partecipare alla vita democratica in termini di pari opportunità.
Chiedetevelo ma so già che un silenzio tombale cadrebbe all’istante.
Eppure su questo silenzio qualcuno lucra con rendiconti “rimestolati” ed infine rimborsati.
Non mi meraviglio che abbiano rubato anche le parole coniate dalla meravigliosa Wanda.
Dubito pure io cara Rossi per il semplice fatto che l’uso che fanno delle parole di Wanda è a copertura delle magagne. Qualcuno ci casca ma mica tutti hanno le fette di prosciutto sugli occhi.
Mariarosa
Cara Wanda , se ADP ti ruba le frasi e gli slogan è perchè si è ritrovato imbarazzato e confuso tra il desiderio di copiarti e il bisogno di colpirti ….
Sii orgogliosa di questo , significa che ciò che dici e ciò che crei ha un peso, sempre e comunque.
Questo ti ripaga dell’apparente e infantile indifferenza che IDV ha mostrato nei riguardi delle tue rivendicazioni , delle tue osservazioni e del tuo diritto ad esistere nel partito.
continua così….Franca
Pensieri stupendi che dimostrano la stima verso Wanda ed il suo impegno politico.
La spinta a rubacchiare da chi sapientemente fa missione del suo operato è naturale quando si è incapaci di coniare del proprio e soprattutto quando si considera uno spreco mettere energie in qualcosa che neppure ci sfiora.
Gli uomini e le donne che sprecano la grande opportunità di un nuovo scenario al femminile che conta ed è capace, un femminile che instancabilmente spinge dalle retrovie per affermare il suo valore sul campo, un femminile di cui i serbatoi intellettuali ed umani sono gonfi…………..
questi uomini e queste donne sono incapaci di cambiare, di rischiare, di mettere sul piatto le evidenze.
ono i figli della vanità, arroccati nei loro piccoli poteri personali, legati al portafoglio e stretti nella morsa che lega il ciuccio alla salita in montagna.
Non c’è colore che li distingua.
La politica del contro prima o poi affonderà nelle sue miserie che sono poi le stesse che come edera si arrampicano nell’anima umana e il più delle volte se ne impadroniscono.
Chi continua a pensare che le donne non debbano sedersi al tavolo dello scenario mondiale in qualità di protagonista è cieco e sordo e prima o poi sarà costretto a lasciare il campo.
Il diritto ad esistere è straziato da secoli dal potere assoluto che convive negli egoisti e nei senza scrupoli.
Questi esseri vanno perseguiti, smascherati e puniti.
La più grande delle truffe e vendere giustizia sulla pelle dei giusti.
[…] Questa volta s’è aggiunta una presa in giro attraverso un’agenzia pre-elettorale di partito che Di Pietro, evidentemente preoccupato per la citazione in giudizio per discriminazione femminile presso il Tribunale di Milano ha lanciato chiamandomi in causa, usando il mio numero magico per offuscare i contorni della vicenda ed esorcizzare i sensi di colpa.”Non sono un ducetto e nemmeno un maschilista, ecco la prova”, era scritto sull’agenzia Dire del 16 aprile 09. Decisamente io di prove di ravvedimento non ne ho trovate. Questi sono gli eletti in Europa 2009: Pino Arlacchi, Luigi de Magistris, Vincenzo Iovine, Niccolò Rinaldi, Giommaria Uggias, Gianni Vattimo e Sonia Alfano. Sei uomini e una donna, nemmeno di partito. E’ Il solito gioco in disprezzo dei dirigenti e delle dirigenti di tra cui ADP avrebbe dovuto scegliere le candidature. In casa propria cioè, non a casa del diavolo. Il risultato invece è molto diverso e lontano dalle premesse per cui si era messa in fresco la bottiglia di spumante (vedi: “Eurobrindisi“) […]
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