Ma come si fa a dare la responsabilità della Funzione pubblica a chi come Renato Brunetta considera i lavoratori dei fannulloni a prescindere. Il ministro Brunetta sembra sia fortemente contrario al lavoro agile, nonostante i pareri di esperti e studi statistici dimostranti che lo smart working è proficuo per il datore di lavoro, e utile alla società, non fosse altro per il risparmio energetico che ne deriva.
Per quasi il 90% delle aziende italiane lo smart working è una modalità di lavoro definitiva secondo il risultato di un report di Aidp, l’Associazione italiana per la direzione del personale che ha coinvolto 850 tra direttori del personale e aziende.
La modalità di lavoro da remoto è quindi stata metabolizzata dalle aziende e dai lavoratori e ogni realtà sta sperimentando le soluzioni più adatte in considerazione delle diverse esigenze.
Tuttavia l’anacronismo della funzione pubblica non tiene conto delle enormi positività del lavoro agile, in termini di risparmio energetico produttività, condizioni climatiche, benessere del lavoratore.
Il sociologo Domenico De Masi ha più volte affermato con dati alla mano che le ricerche dimostrano che il lavoro agile aumenta la produttività, contrariamente a quanto sostiene il ministro Brunetta. In questo senso il professore spiega: «Nella Pubblica Amministrazione, dove lavorano 3,2 milioni di persone, in gran parte con mansioni telelavorabili, la ministra Dadone (donna, giovane e digitale), rimasta in carica fino al 13 febbraio 2021, ha colto l’insperata occasione e, nel dubbio se mettere i dipendenti pubblici in cassa integrazione o in smart working, ha saggiamente optato per questa seconda alternativa. I risultati, al contrario di quanto si è detto, sono stati eccellenti . Ad esempio, mettendo in lavoro agile il 97% del suo personale, l’Inps è riuscita a smaltire 6,4 milioni di pratiche laddove, prima della pandemia, ne evadeva solo 800mila».
Vogliamo aggiungere che il lavoro da remoto dovrebbe essere promosso anche del ministero della salute pubblica, per l’abbattimento delle occasioni di contagio e la tutela dei lavoratori in termini di diminuzioni delle patologie dovute al traffico, allo smog, lo stress ed la perdita di tempo, ovvero una media di tre ore in più al giorno per l’andirivieni dal posto di lavoro a casa e viceversa.
Sarebbe ora che La pubblica amministrazione compisse le scelte giuste scevre da preconcetti nei confronti dei lavoratori, e da una visione errata di quello che conviene al bene comune.
11 aprille 2022, Wanda Montanelli.
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