Una adesione volontaria, è il ragionamento, può essere un buon modo per adeguare nel tempo prodotti e servizi ai gradi di rischio con cui l’AI Act cataloga gli algoritmi ed evitare mal di pancia quando la norma sarà in vigore. Tanto che, trapela da Bruxelles, tra gli interessati vi sono società europee e non che sviluppano sistemi di intelligenza artificiale di uso generale. Quelli allenati non per svolgere un compito specifico, ma per avere la flessibilità di effettuarne vari. Per intenderci, come GPT di OpenAI (alla base del suo popolare chatbot) o Claude della francese Mistral AI, ma la Commissione non si sbottona sui nomi delle aziende del settore che vogliono aderire all’iniziativa. CONTINUA A LEGGERE SU WIRED : Come funziona l’AI Pact, il patto per anticipare le regole europee sull’intelligenza artificiale
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