Se il diavolo sta nei dettagli, è da questi che bisogna partire per capire come funzionerà il divieto alle pratiche di sorveglianza contenuto nell’AI Act, il pacchetto di norme europee sull’intelligenza artificiale. L’uso di queste tecnologie per scopi di polizia è stato il punto più controverso del duro braccio di ferro tra Parlamento europeo e Consiglio nell’ultimo round di negoziati, che dopo 36 ore ha dato via libera all’accordo per approvare il regolamento. Ed è il capitolo più temuto dalle associazioni per i diritti digitali, che chiedevano un divieto assoluto, così come il Parlamento. Il Consiglio, invece, espressione dei 27 Stati dell’Unione, era per abbassare di molto i limiti, dando mano libera alle forze dell’ordine per fare ricorso all’intelligenza artificiale per questioni di sicurezza.

La mediazione raggiunta venerdì 8 dicembre, a notte inoltrata, prevede un divieto complessivo con alcune eccezioni. E dalla Commissione, che ha presieduto la trattativa a tre (il cosiddetto trilogo), arrivano alcuni dettagli sul funzionamento delle proibizioni e sui casi in cui l’AI può essere usata per scopi di polizia.

Cosa sappiamo sull’AI Act:

  1. Questione di sicurezza
  2. L’AI per uso generale
  3. I prossimi passi             

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