Nonostante le caste anche musicali, c’è un piccolo segnale di cambiamento nel festival di Sanremo 2009 e altroveSignorina grandi firme a imitazione della moda anni 30 ma in contrasto con l’aria di imbarazzo, gli occhiali e labbra rosse come due papaveri incollati sul viso. Arisa ha vinto e ci siamo accorti che sarebbe successo quando nello straordinario duetto con Lelio Luttazzi il maestro ottantaseienne, in un’irresistibile alchimia di ritmo e sonorità swing, l’aveva accompagnata la sera prima al pianoforte, divertendosi e moltiplicando il nostro divertimento.
Tra la politica in disamina di sé, il Pd che ripara il colpo degli ultimi risultati elettorali, gli accordi in itinere dei partiti extraparlamentari per trovare una piattaforma comune per le europee. Tra le notizie sulla violenza e le annunciate prese di posizione dei sindacati in quest’Italia in crisi, che non fa torto al resto del modo, osservare il Festival di Sanremo può essere un sano esercizio per misurare il grado di maturazione della nostra democrazia; in un particolare aspetto, forse anche futile, ma che è lo specchio di come ci si muove negli ambiti del guadagno e del prestigio per trovare sentieri liberi e percorribili o riscontrare consuete chiusure come avviene in circuiti più diversi. Come quelli politici, delle professioni, delle istituzioni, e dovunque esistano mira di conquiste appetibili ai giovani.
Vediamo alla lente di ingrandimento una tra le protagoniste delle nuove proposte cercando di capire perché una impacciata ragazza ha vinto il festival di Sanremo, e osservandola schiudiamo uno spaccato sociale forse degno di attenzione.
Vestita di nero, con la spallina calata giù, i capelli corti, gli abiti come le ‘signorine’ di Boccassile nelle Grandi firme pubblicate da Pitigrilli, in uno stile anni 30-40 già riproposto dal trio ‘sorelle Pappini’, nato nel 2004 con icona identica nell’abito scuro e il trucco acceso.
Arisa, nome ben scelto al posto dell’originale Rosalba Pippa è timida senza infingimenti, e Paolo Bonolis ne ha esasperato la delizia comica osservandola come specie rara da proteggere, tra il sornione e il tenero-protettivo; convalidandone, in aggiunta al dixieland degli accordi musicali, il successo.
Bisogna anche dire che la canzone “Serenità” è incantevole, e con la direzione d’orchestra di Federica Fornabaio ci ha concesso di poter intonare un ritornello tutti, vincitori e vinti, nell’esibizione finale e commossa di Arisa.
Le note positive di questo Sanremo 2009 sono presto dette, nonostante la bufala iniziale di Mina che si è solo intravista in un video sapientemente costruito che accompagnava il suo lancio discografico. Non ci siamo rimasti troppo male perché lo sapevamo e adesso, fingendo di crederci, siamo pronti a firmare di aver visto Mina a Sanremo, per essere volenterosi e premianti nello sforzo costruttivo del direttore artistico che una volta tanto dopo decenni non ci ha annoiato.
Il disincanto, la vena comica dissacratoria, l’assenza di formalità del conduttore hanno aiutato la gradevolezza così come il senso del ritmo e dei tempi dello spettacolo.
Superato anche il fatto che non ci ricordiamo nessuna delle canzoni in gara, o quasi, tranne personalmente quella già citata di Arisa e la sofisticata e intelligente “Il bosco delle Fragole” di Tricarico, eliminata come sempre avviene per le migliori, il cui refrain irresistibile tornerà ad allietarci riconquistando i refrattari della prima ora, è chiaro il successo nelle cifre d’ascolto.
Allora che cos’è il filo che ci ha tenuti collegati a Raiuno se non il segnale di un piccolo cambiamento del rendere parzialmente accessibile ciò che un tempo era un luogo solo aperto alle discografiche con mezzi di ingresso che ben conosciamo in termini di tariffe e/o scambi in partecipazioni di artisti: un giovane sconosciuto in cambio di un big, così ci si accordava. Oppure con una vera e propria tangente di entrata, un’altra di percorrenza, e il botto conclusivo per chi voleva investire nella vittoria finale.
Sì anche questa volta la presenza di Maria De Filippi ha di certo dato un valore all’esibizione del vincitore Marco Carta che dalla sua scuola di cantanti televisivi proviene. Ma non è la stessa cosa. E’una sponsorizzazione lecita. Lo hanno votato in tanti non diciamo di no, e il terreno di coltura in cui in questi anni sono cresciuti i ragazzi che quel programma seguono, ha prodotto semini che si traducono in milioni di messaggi SMS di voto. Niente di male è una forma di scelta popolare anche questa. Tuttavia il piano della ricchezza dell’offerta formativa dovrebbe prevedere un’alternativa al programma della De Filippi, qualcosa di culturalmente diverso per i giovani, anche più arduo, ma impostato su altre basi oltre all’esercizio della vocalità e del comportamento estetico. Mario Luzzatto Fegiz su Corsera ha definito la canzone vincente il trionfo della banalità. Ma chi in questo mare naviga questi pesci piglia. L’assuefazione al gusto elevato deve avvenire con il mezzo di usufruizione più comune che è la tv, oltre alla scuola e alla famiglia che sono le altre agenzie preposte a trasmettere principi e sapere. Se invece ogni giorno si trasmettono fiere delle banalità, ecco che il bisogno di entusiasmarsi dell’audience si indirizza alla semplicicità mediocre che è qualcosa di diverso dalla semplicità raffinata e suggestiva.
Tuttavia Amici è un modo legittimo di aprire nuovi percorsi, come SanremoLab, il concorso promosso dal Comune di Sanremo da cui proviene anche Arisa dopo aver frequentato il C.e.t , Centro Europeo di Toscolano (Umbria) di Mogol.
SanremoWeb in aggiunta è una vera e propria innovazione con la prima edizione di concorso on line in cui Ania, una cantautrice napoletana presentando “Buongiorno gente” ha vinto l’accesso alla finale del sabato sera.
Uno più uno più uno fanno tre. E’ qualcosa in confronto al nulla e alle forche caudine del vecchio sistema.
Sappiamo di trucchi anche con i televoti, di apparati per acquistare i consensi musicali per chi ha somme da investire. Pazienza la perfezione non si trova così presto dopo anni di negoziazioni inenarrabili. Bonolis ha registrato suo malgrado delle eliminazioni non previste. Concediamo alla direzione artistica di aver reso più leggero, demitizzato con la vena comica il festival 2009; di aver avuto qualche buon intuito come la scelta del mentore ufficiale. Ma bastava fermarsi lì perché di padrini effettivi in aggiunta che poi hanno determinato la differenza se ne poteva fare a meno. Come molti sanno, numerosi degli artisti in gara nelle nuove proposte erano sponsorizzati da qualcuno di stretta appartenenza familiare o artistica: la figlia di Zucchero Fornaciari, la figlia di Canzian dei Pooh, la corista di Lucio Dalla, Sal Da Vinci spinto da Gigi D’Alessio autore del suo brano, e così via.
Niente da dire su abilità vocali, studio e preparazione scenica, ma quanti oltre a quei dieci raccomandati hanno le stesse se non migliori capacità, e forse qualche originale creazione musicale, se non una vera e propria gavetta fatta calcando palcoscenici di terz’ordine magari andando nel tempo libero fare il barista per guadagnarsi la vita?
Non mi si tacci di populismo, ma mi chiedo come sia possibili uscire dall’impianto irremovibile delle caste? Perché il figlio del fornaio non può fare il notaio e il figlio del notaio non fa il cameriere pagandosi gli studi per l’università? perché la gara, le gare, della vita non esistono per tutti con le medesime opportunità in partenza? Come si può credere di cambiare il mondo se poi sono sempre gli stessi ad occupare gli stessi posti? I medesimi, in ruoli istituzionali e i figli e i nipoti li ereditano. Nelle università si fanno concorsi ad usum delfini. Nei paesini piccoli o grandi si bandiscono concorsi dove il diploma previsto dal regolamento è l’unico che il figlio del sindaco possiede. Quando si rimescoleranno le carte? Dappertutto e soprattutto in politica?
Se ritornando al mondo musicale possiamo rammentare che esisteva una scuola di cantautori genovese da cui un giorno emerse Luigi Tenco che pur grandissimo nella sua arte, non sopportò un sistema di appiattimento di scelte e sponsorizzazioni puramente commerciali. Aveva ragione. Non da uccidersi, ma aveva ragione se la canzone”Vedrai vedrai” riproposta ieri da Ornella Vanoni può da sola rappresentare la dignità d’esistenza del 59mo festival della canzone italiana.
Luigi Tenco nel 1967, portava in gara “Ciao amore ciao”, che concluse nella tragedia la sua carriera d’autore.
Oggi la scuola genovese, quella napoletana, quella del seminario romano di via Nomentana, sono finite. I talenti ci sono sempre però e dar loro una possibilità di sorgere alla luce del palcoscenico è un dovere di democrazia. Ma in ogni ambito, è un dovere democratico, non solo in quello dello spettacolo.
Le opportunità spettano ad ognuno.
Se una parola si può spendere in favore di qualcosa che si muove nel senso del cambiamento direi che anche Xfactor è una prima, seria e dura selezione di talenti. Con tutti i benefici dell’errore umano di scelta mi pare che Simona Ventura, Mara Maionchi, Marco Castaldi (Morgan ) facciano sue Raidue un rigoroso lavoro in cui per primi essi stessi credono. Per la prima volta si assiste ad una gara in diretta di provini che si possono superare perché si è bravi senza dover dare nulla in cambio, né soldi, né prestazioni sessuali, né concessioni di diritti Siae, né nulla.
Evviva. Sono pochi, ma tangibili segni di mutamento. Ho repulsione per il sudiciume, ma credo doveroso intravedere un bambino vitale da non buttare via con l’acqua torbida.Un piccolo nascituro di informe volontà democratica lo vedo. Lo salverei. In attesa che altri nascano e crescano moltiplicandosi in nuove strade dei diritti alle pari opportunità.
http://www.youtube.com/watch?v=2ppf4dmdDSAWanda Montanelli 23 febbraio 2009
La cultura dove tutto e’ in relazione è il perno da cui derivano i comportamenti virtuosi e l’ignoranza è il brodo di coltura che genera bullismo, agressività, violenza. Sono scomparsi gli ideali e l’interesse verso il bene degli altri oltre che il nostro.
Nuovi territori di incontro
sono indispensabili posti senza confini geografici per una lettura trasversale dell’approfondimento di che mondo stiamo costruendo o distruggendo.
Alda Bencivenga
AL COSTANZO SHOW UNA FAMIGLIA FA LA PARODIA DELLE AMBIZIONI DEGLI ITALIANI E IL PADRE PICCHIA LA FIGLIA CHE STUDIA INGEGNERIA PER FARLE FARE LA VALLETTA E SCULETTARE. C’E’ POCO DA RIDERE MA L’ITALIA OGGI E’ COSI’. SANREMO, STRISCIA, SONO LA CONQUISTA PIU’ DESIDERATA E I GENITORI HANNO LA LORO RESPONSABILITA’ SE I FALSI VALORI AUMENTANO.
MARCELLO
C’è poca iniziativa da parte delle tv nazionali e le inchieste più interessanti sono quelle di tv di nicchia. Segnalo Donnatv la loro prposta di cobntribuire a inchieste sulle giornaliste e le donne in azione per la difesa dei diritti:
“Giornaliste di guerra, imprenditrici, donne impegnate nella difesa dei diritti femminili: nasce per loro l’Italian Women in the World; a Firenze la prima edizione del premio per le eccellenze femminili nel mondo. Donna TVMedia partner dell’evento.
Leggi il nostro nuovo bloge inviaci i tuoi commenti.
Vi ricordiamo che Donna TV ha tv aperta ai contributi di tutti. Chi voglia proporre video di carattere giornalistico, culturale o artistico, su tematiche di genere o collegate alle pari opportunitଠin armonia con la linea editoriale del sito, può scriverci all’indirizzo [email protected]. I contributi proposti saranno sottoposti a controllo editoriale ed eventualmente pubblicati sul sito: http://www.donnatv.it, secondo le regole della licenza di creative commons”
Piera Corsetti
C’è poca iniziativa da parte delle tv nazionali e le inchieste più interessanti sono quelle di tv di nicchia. Segnalo Donnatv la loro prposta di cobntribuire a inchieste sulle giornaliste e le donne in azione per la difesa dei diritti:
“Giornaliste di guerra, imprenditrici, donne impegnate nella difesa dei diritti femminili: nasce per loro l’Italian Women in the World; a Firenze la prima edizione del premio per le eccellenze femminili nel mondo. Donna TVMedia partner dell’evento.
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Piera Corsetti
Il Sarremo story che fa Wanda ha pure un significato di critica alle caste che condivido, ma l’impellenza è sulle ronde,i city angel, i medici che dovrebbero denunciare gli ammalati se stranieri, la crisi mondiale in economia la povertà incombente. Come sempre in queste crisi i ricchi sfondati aumentano le ricchezze i poveri vanno agli angoli delle strade.
Il cinismo dilaga almeno altrettanto quanto la povertà di denaro di risorse e di spirito.
Dario
sono stati introdotti correttivi nel decreto sicurezza privatizzandolo a favore di gruppi che possono costituire una milizia di partito di un Far East non concepibile in una società sana ex-alpini, o no.
La sicurezza deve cominciare dall’educazione al rispetto, dal potenziare le forze dell’ordine e investire nell’investigazione e nell’illminazione di strade con volanti che vanno e vengono.
Claretta
voi non avete idea della delinquenza che ci sta per le strade alla periferia di Napoli e pure al centro della città e però non è che che le ronde ci servono, i giovani non hanno dove passare il pomeriggio e stanno in mezzo alle vie a scippare, ma non si parla di quelli che sono perbene, e dell’arte che sta qui a Napoli. Il festival della canzone napoletana è finito e combinazione una buona artista ha vinto sanremo in internet, che vogliamo capire che se ci sono i concorsi noi siamo vincitori e diamo il buon esempio a tutti quei giovani che stanno buttati sui marciapiedi nullafacenti.
Carmine
il disagio è pure dei cittadi rumeni che si sforzano di essere integrati e vedeno il loro impegno vanificato chi sporca l’immagine della Romania.
I presidenti delle loro associazioni per il dialogo interculturale avvertono che Romania la violenza sessuale è un reato rarissimo punito con pene durissime e per gli altri reati c’è lsa certezza della pena. L’Italia è una terra che permette di delinquere e farla franca, per la magioranza sono trasferiti in Italia o si traferiranno in breve tempo.
Io lavoro con due rumeni che sono padri di famiglia come tanti di noi e si comportano civilmente e con educazione. Si dovrebbe collaborare di più con le forze dell’ordine del loro paese di provenienza.
ETTORE
C’è stata più politica a Sanremo che a Montecitorio con la polemica di Sgarbi che accusa Benigni di essere un leader politico comunista che facendo il comico, denigra Berlusconi e per attaccare lui colpisce Iva Zanicchi.
Pippo Baudo dichiara che Puccini si è rivoltato nella tomba per Nessun dorma. La Zanicchi si dichirara umiliata, se la prende con Bonolis e anche lei la mette sull’intenzione di volerla colpire per il fatto che è una parlamentare europea.
Ma è parlamentare europea?
Ci mancava anche questa!
Barbara
al di là di ogni considerazione politica e di appartenenza partitica (che non mi hanno mai interessata) mi auguro che in italia si possa avere uno schieramento di opposizione normale, in grado di fare il proprio mestiere che è quello di controllare chi governa. spero che il neo leader pd franceschini non venga ribattezzato “franceschielli”, ricordato per essere stato , proprio come franceschiello in sicilia, l’ultimo re delle due sicilie.
a proposito di re, credo abbia ragione gad lerner quando dice che il re d’italia ormai è silvio, al punto che il giornalista di la7 quando si riferisce a lui (a Lui) lo chiama “sua maestà”.
lo ha dichiarato il cantante Pupo in televisione che a Sanremo di pagava, e non ce lo nascondiamo, un ex assessore del comune di Sanremo è stato condannato per concorso in corruzione per incasso di tangenti da chi accedeva al Festival di Sanremo.
L’assessore è stato condannato anche all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. I due dovranno anche pagare una provvisionale di centomila euro al comune di Sanremo che si era costituito parte civile.
Se la corruzione che è ovunque si trova anche in occasione di una rassegna canora c’entra la mano lunga dei politici.
Siamo consapevoli che è dappertutto: università, Rai, Province, Regioni, Parlamento, assessorati, governo, sottogoverno, istituti, teatri, concorsi, rassegne canore , concorsi,la lunga mano della politica come una piovra entra e arraffa. Non sono dettato da ideologie perché immagino una buona parte sana del paese pronta a fare pulizia partendo dall’autocritica e dalla riorganizzazione degli organismi partitici.
Nicola
io li vorrei coinvolgere in una attività di volontariato tutti i figli di questo o quell’altro. farei una statistica per capire quanti di questi lavorano.
silvia
sono con carmine e per il bisogno che abbiamo nel sud di far uscire l’arte. non c’è solo Pino Daniele ma ci stanno musicisti a bizzeffe e si può fare dieci sanremo all’anno, ma non si fa perchè non ci stanno denari e nessuno ci aiuta, ma questi che non ci aiutano manco si levano da torno e bassolino resiste e nun se ne va manco a spinte. nientedimeno che veltroni si è dimesso e nun ha combinato i guai che bassolino ha combinato a noi di napoli.
L.P.
Dario scrive che l’impellenza è su problemi come le ronde e i medici invitati a essere delatori. E’ vero. Come è giusto
che si prenda atto che in ogni tessuto sociale si manifestano azioni mosse direttamente o indirettamente dalla politica.
sulle questioni degli stranieri che necessitano di cure per fortuna l’ordine dei medici ha reagito con intelligenza.
Mario Falconi presidente dell’Ordine dei medici chirurghi a suo tempo ha risposto con il comunicato che qui riproduco.
Wanda Montanelli
(DIRE) Roma, 11 feb. – “Se vengo a sapere che qualche medico di
Roma ha denunciato un immigrato irregolare lo mando al consiglio
di disciplina”. E’ quanto afferma Mario Falconi, presidente
dell’Ordine provinciale di Roma dei medici-chirurghi e degli
odontoiatri, a margine della visita del sindaco Alemanno al Santa Lucia.
“Capisco che in Italia c’e’ il problema immigrazione – prosegue
Falconi – ma non lo si puo’ certo affrontare costringendo noi
medici a fare le spie”. Quindi Falconi fa un esempio: “Pensiamo a un immigrato irregolare malato di tubercolosi che per mesi non si fa curare per paura. Alla fine sviene per strada e viene portato in ospedale – conclude Falconi – dove viene curato per forza, con i rischi conseguenti e con un maggiore aggravio per il sistema sanitario”.
intanto sono diminuite le richieste di visite ospedaliere degli immigrati. C’è la paura di essere comunque denunciati e perdere il diritto di avere il visto nella carta di soggiorno del decreto flussi che partito due anni fa ancora non ha portato a conclusione le domande di chi lavora e si comporta onestamente.
Gemma
Più su c’è scritto: “il giornalista di la7 quando si riferisce a lui (a Lui) lo chiama “sua maestà””.
Imperatore, maestà, ormai chiamiamolo come ci pare, e rassegnamoci a ritornare indietro di venti trent’anni. Già ci siamo, e si sta rimettendo mano a tutto: nucleare (per far guadagnare chi?), Costituzione, diritti dei lavoratori, ecc. Passi indietro da gigante. E le stelle stanno a guardare.
Loredana
NOI COMPRIAMO L’ENERGIA DAGLI ALTRI PAESI E LA PAURA DELLE CENTRALI NUCLEARI CI FA SPENDERE I SOLDI MA SE SCOPPIA UNA CENTRALE IN FRANCIA O IN RUSSIA LE RADIAZIONI ARRIVANO FINO DA NOI E CI DISTRUGGONO LA SALUTE.
COME RAGIONIAMO PER VOLERE CHE SOLO IN ITALIA NON SI FACCIANO LE CENTRALI? E’ UN SOGNO E BISOGNA CHE CI SVEGLIAMO!!
FRANCO BARZAGHI
Abbiamo due bambini piccoli e la politica di ripresa del nucleare ci creau un forte dissenso, anche per il fatto che conosciamo (vi abbiamo abitato) la regione e constatati i danni fatti all’ecosistema, alla fauna, alla flora e soprattutto agli essereoi umani. Nel territorio intorno alla ex centrale atomica di Castelvolturno c’è ancora il problema irrisolto dello smaltimento delle scorie.
Ci sono libri e documenti sulle malformazioni a bambini e malattie agli adulti.
Dobbiamo mobilitarci per impedire che si torni al nucleare.
Vi intito a visitare il sito La voce del Volturno.
Livia e Davide
MINA SARA’ SENATRICE E OBAMA (ITALIANO) FU CONCORRENTE DI QUIZ
Qualcuno propone Mina come senatrice a vita. Sono contrari: Iva Zanicchi (che pure ha detto: “Se si mostrasse scopriremmo che ha le rughe, il sedere grosso. Massì, stia là e non rompa le scatole”); Ornella Vanoni; Gino Paoli; Renga (“E poi che fa? Partecipa alle sedute del Senato in video?”); Cocciante. Favorevoli: Caterina Caselli (“La vedo mentre alza la mano e con la sua voce ricorda ai colleghi che esiste anche la musica”); Mario Lavezzi (“La Regina ha fatto baronetti i Beatles, non vedo perché non si possa fare senatrice Mina”).
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Definito dal Times “l’Obama italiano”, il candidato sindaco di Firenze per il PD, Matteo Renzi (ha prevalso, a sorpresa, sull’uomo appoggiato dalla segreteria del partito, anche grazie a un diffuso sistema di relazioni Internet e a facebook dove si è publicizzato con il motto “facce nuove a Palazzo Vecchio”) ha un passato da concorrente di quiz tv: nel 1994, a 19 anni, partecipò a La ruota della fortuna, di Mike Bongiorno, e vinse 48 milioni di lire.
di cose da fare ce ne sarebbero all’infinito. Non ti è piaciuto il post?
Vorresti un argomento da immergere nela concretezza?
Dai, sputa il rospo che forse ci sfugge qualcosa.
Ma vi sembra possibile che un paese serio debba ricorrere alle ronde per risolvere un problema tanto grave come quello degli stupri? Che risolvono? Cosa possono 20 persone disarmate contro un solo ragazzino armato?
Bisogna far scontare la pena nei paesi d’origine, ecco cosa. La Francia ha espulso lo scorso anno, solo lo scorso anno, oltre 7.000 cittadini rumeni. Nello stesso perioso l’Italia ne ha espulsi appena 40. Ma è possibile??? Possibile che ci si debba far carico anche del recupero di questi violenti? Ci pensassero i loro paesi a recuperarli. E spalanchiamo invece le porte a chi viene qui per lavorare e per comportarsi bene.
Invece a me è piaciuto il post. Si può parlare di tutto con sensibilità verso i diritti della gente e abilità di analisi. Mi è interessata la lettura di un mondo che non mi appartiene ma poi in definitiva ha gli stessi comportamenti di un qualsiasi ambiente di lavoro dove avanzano i raccomansati.
Mariarosa
Il commento di Sonia sarebbe logico se noi fossimo un paese che ha certezza della pena, forze dell’ordine a sufficienza, giudici che non fanno uscire per strada i criminali. Gli stessi rumeni si scandalizzano perché uno stupratore già condannato si trovava in libertà. Ma siccome non è ancora possibile consideraci un paese normale, meglio avere i volontari che niente, anche perchè spesso questi vigliacchi che aggrediscono una ragazza o un minore, davanti a una consistente numero di persone rinunciano ad aggredire , perchè sono,appunto, vigliacchi.
Michela
Per trovare insieme il modo di difenderci dalla violenza, e superare le incertezze della governalibiltà è fondamentale puntare sull’elemento femminile, conoscere la storia del femminismo, evitare la errata concezione sulle intenzioni distruttive dell’uomo che sono state recepite con timori e complessi, il che ha determinato ostacoli all’emancipazione e preclusione dell’accesso ad potere decisionale. Gisela Bock su ‘Le donne nella storia europea. Dal Medioevo ai nostri giorni’ scrive “Non tutte le
donne hanno la stessa storia – essa e’ diversa a seconda degli individui e a seconda della loro appartenenza, insieme agli uomini, a molti altri gruppi –
e che quindi non si puo’ trattare della donna, ma solo delle donne. Il sesso
femminile, come quello maschile, non esiste al singolare, ma solo al plurale; alla domanda che cosa significa “donna” e che cosa “sono” le donne occorre dare risposte diversissime a seconda del tempo e dello spazio; la storia del “secondo” sesso non e’ meno complessa di quella del “primo”.
Pero’, inoltre, soprattutto sotto l’influsso del postmodernismo e del decostruttivismo, venne messo generalmente in dubbio che il termine “donne”, anche al plurale, avesse ancora un senso e fosse ancora definibile in modo
relativamente univoco”.
Conoscere di più la nostra eccellenza e l’espressione del termine “donne” è l’impegno al quale ci si deve dedicare davanti alla volontà di incidere sul mutamento gobale.
‘Non violenza femminile plurale’
il dibattito sul femminile va riproposto, perchè il femminismo non esiste più umiliato com’è dalle divisioni interne stesse alla rete di donne, e la lezione, unica importante che ci possono dare gli uomini è quella di essere coese per l’insieme di cose che ci uniscono, non per le poche che ci dividono.
Nina
E ANCHE LA MAGLIE, DOPO LA MONTANELLI, SI SCOPRE FAN DI ARISA
Se una ragazza all’antica e démodé batte la Velina
Della giovane Arisa, cantante rivelazione di Sanremo, è già stato scritto moltissimo. Che è una ragazza d’altri tempi, che ricorda gli antichi valori perduti che tanto ci mancano, a cominciare dalla famiglia, dalla quale ha preso anche il nome d’arte, che è la somma delle iniziali di madre, padre e fratelli; che non si monterà mai la testa, che ha avuto il coraggio di cantare una canzone swing dei gloriosi anni ’50, in sintonia fantastica con quel mostro della musica che è Lelio Luttazzi; che è talmente perfetta da cantare accompagnata dal fidanzato e dagli amici del fidanzato, tutti siciliani della provincia profonda di Trapani, dove ora vivono, fra Castelvetrano e Campobello di Mazara, emigrati nel continente a caccia di una fortuna che è arrivata meritata; che dunque anche il testo, semplice e intrigante, è probabilmente ispirato alla vita reale e tanto più cantato con partecipazione spontanea.
E’ tutto vero, compresa la considerazione personale che Arisa e compagni, Maurizio Filardo, che è anche il produttore con la Mafi, Giuseppe Mangiaracina, Anastasi, che è il fidanzato, hanno spezzato l’omogeneità del contenitore imposto con successo da Bonolis e che tutto appiattiva per tutti accontentare. Ma la ragione vera di questa rubrica è un’altra. Arisa, ovvero Rosalba, non è bella, meglio non fa la bella in maniera perfetta. Non si è rifatta il naso, alzato gli zigomi, gonfiato le tette a scoppiare, le labbra sono piene solo di un rossettone che sembra un po’ sbavato, come le unghie laccate in casa sul tavolo della cucina. Gli occhiali da vista neri e pesanti completano un’immagine da figlia di Groucho Marx. Cammina male, come quasi tutte le donne che osano il tacco e subito si pentono, ma poi tornano a delinquere; ha una vocetta sgraziata esile esile che si trasforma e rivela appena attacca a cantare; non fa smorfie e smorfiette, non sculetta, non ammicca, non scuote lunghe chiome rinforzate da extension; a domanda risponde, quasi sempre a senso, e l’ironia c’è qualcuno che riesce a coglierla.
Insomma, Arisa è più efficace di tante campagne per la dignità della donna contro la pratica dominante della Velina. Pochi giorni di esibizione ed ha già un’imitatrice, simbolo, ahimé, di successo clamoroso. Se la sua immagine e persona pubblica sono, piuttosto che frutto della spontaneità, il risultato dello studio di esperti del look ai quali si è con grazia prestata, è anche meglio. Auguri.
Maria Giovanna Maglie
(Il Giornale, 25 febbraio 2009)
E siccome in pochi giorni è già diventata un tormentone ed è la canzone più scaricata da Internet, ai pochi che non l’avessero vista suggerisco questo link:
Se ci fa è meglio. Denota quanto siamo brave.Stiamo imparando a fingere, o stiamo apprendendo i rudimenti della finzione a scopo di…successo. Però “ha una vocetta sgraziata esile esile che si trasforma e rivela appena attacca a cantare; non fa smorfie e smorfiette, non sculetta, non ammicca, non scuote lunghe chiome…”
Che sia una riconquista di noi stesse a prescindere dall’avenza fisica?
Ci fa o ci è, che importa.
Applausi ad Arisa!
Pia Corbelli
se è vero si deve amettere che non c’è limite al peggio. uno dice: lasciamoli lavorare e vediamo dove arrivano. gli dai il dito e si prendono la mano, gli dai la mano e si prendono il braccio, gli dai il braccio e si prendono la tua vita.
che facciamo, li fermiamo?
c’è sempre la piazza!
Ilbiviofapaura-group
La consapevolezza della nostra identità è il passo primario per accedere saldi e decisi nel mondo degli scambi interpersonali.
La storia è lastricata di moti rivendicativi dell’essenza femminile…tentativi, progetti, lotte, ribellioni, morti.
Da qualsiasi angolatura guardiamo alla “questione femminile” balzano agli occhi le sofferenze ed le frustrazioni secolari inflitte al genere femminile.
Inevitabili le risposte esasperate di chi ha capeggiato le contestazioni.
Oggi la crisi sta mettendo ad alto rischio la capacità di riequilibrio dei rapporti di genere (se non addirittura ne acquisce i confini).
Davanti alla sopravvivenza c’è il rischio di vedere spazzati via i diritti umani più elementari (cosa che di fatto sta accadendo nel mondo intero globalizzato e così detto “civile”).
Le ronde, per principio, sono inaccettabili.
Il fatto che le forze dell’ordine (costituite da corpi maschili e femminil) non possano operare pienamente a causa del definanziamento non lo trovo affatto normale…nè trovo normale che possano essere in parte rimpiazzate dalla popolazione civile che può invece porsi al servizio della comunità senza dover rispondere necessariamente a delle logiche che si sa dove cominciano ma non dove finiscono….proprio perchè fuori dallo stato di diritto.
Troppo facile ricalcare la logica del meglio di niente…mi ricorda la pagnotta di pane in nome della fame…poi però…fuori dal principio costituzionale…non meravigliamoci se qualcuno si organizza e decide per noi.
Credo che le pene contro gli autori di violenze e di stupri debbano essere severissime e compiute.
Le donne ed i bambini non si toccano e chi ne abusa deve pagare fino in fondo la mostruosità che commette.
Detto questo va da sè che l’impulso demolitore di chi violenta la vita troverebbe pan per i suoi denti…e la sua stessa vita ne andrebbe di mezzo senza sconti nè concessioni ridicole.
Il folklore dei volontari che girano per il territorio a caccia di violentatori dovrebbe farci ragionare su chi controlla davvero il territorio stesso.
Immaginiamo il sud…che quanto a territorio ha ci chi ne detiene il controllo in buona parte e non certo per motivi nobili….pensiamo davvero che qualcun altro possa entrarvi liberamente non fosse altro che per fini altamente di esigenza sociale???
Il problema che attanaglia la sicurezza della società civile è dunque ben altro e poggia solo su un efficiente sistema di controllo da parte delle forze dell’ordine al servizio dei cittadini tutti.
Se le forze dell’ordine non riescono a tutelare pienamente la sicurezza della comunità civile….qualcosa non sta funzionando.
Se i tribunali sono ingoffati di pratiche qualcosa non sta funzionando.
Se l’uomo comune è impaurito nel suo diritto a circolare liberamente, se è umiliato nel poter vedere riconvertito il diritto al lavoro in maniera appena appena dignitosa, se chi delinque non paga pena, se sono state tranciate le opportunità ai migliori in nome del familismo, se non esistono controlli sul danaro europeo che arriva in questo Belpaese (danari che si perdono nei tempi e di cui però tutti dobbiamo prima o poi rispondere)….
se…se…se…
qualcosa non funziona.
E per farla funzionare dobbiamo ripartire dai principi basilari sui quali si fonda lo stato di diritto.
che ne è stato della tutela delle lavoratrici madri se non si trovano posti nei nidi, e se la donne non è agevolata nei lavori di cura e turni di lavoro. Si fa presto a dire che in Italia nascono pochi figli se poi i figli devono essere allevati in un cumulo di problemi e in assenza di aiuti economici e nessuna tutela nella garanzia di non perdere il lavoro.
Prendiamo esempio da altri paesi come la Francia e la Svezia che non avanzati di passi da gigante in confronto all’Italia.
Tonina
La tutela sta per finire e si riprendono con il riflusso ogni conquista del passato. Ci vuole una nuova Sinistra sociale ed ecologista, un movimento politico che aggreghi le forze sane del paese e guardi al futuro, per ricostruie sugli errori del liberismo spinto che scontenta anche gli stessi fautori perché è risultato un errore globale, fermato la crescita aumentato la disperazione in più continenti.
Lucia
La tutela sta per finire e si riprendono con il riflusso ogni conquista del passato. Ci vuole una nuova Sinistra sociale ….
Io non capisco cosa tu intendi per “tutela” poichè i tentativi per salvaguardare cose e persone abbracciano una miriade di concetti e presuppongono un attacco esterno agli stessi.
Diciamo che lo Stato dovrebbe agire conformemente alle leggi vigenti che il diritto costituzionale impone.
La Storia ci insegna che il confine fra l’assolutisno e lo stato di diritto è il salto di qualità che trasforma una società incivile in una società civile.
Chiunque tenti di svincolarsi da un potere che vincola le libertà dell’uomo con la supremazia del diritto viola i diritti fondamentali dei cittadini.
Lo stato di diritto implica:
La separazione dei poteri
Il principio di legalità
La Giurisdizione ordinaria ed amministrativa
TUTTI SONO UGUALI DAVANTI ALLA LEGGE
La legge assicura l’uguaglianza di genere e nessuno può essere discriminato a causa della razza, del sesso, dell’età, della lingua, della posizione sociale, delle convinzioni religiosi, filosofiche o politiche, delle menomazioni fisiche, mentali o psichiche.
Naturalmente quanto sopra prevede un’attività dello Stato che deve rispondere al pubblico interesse allo scopo di promuovere, in maniera proporzionata, la crescita civile ed economica.
Il Parlamento è rappresentante del Popolo.
Vi chiedo: accade tutto questo?????
Ed allora ecco che la parola tutela mi risulta debole, debolissima nel suo tentativo di dimostrare lo strappo alla tradizione democratica che la Costituzione scritta afferma in tutta la sua chiarezza e minuziosità di concetti.
“Diversamente sociale” è una sorta di stupore nella capacità distintiva di alcuni soggetti o comportamenti che ci riconducono all’essenza dei principi sanciti dal diritto costituzionale.
La proclamazione consapevole di questi principi inviolabili, attraversa trasversalmente la volontà a vederli materializzati.
Ecco dunque incontrarsi le genti che credono nell’applicazione del diritto e non nella tirannia dei valori che cambiano a secondo del punto di osservazione.
Il grande pericolo he corrono i paesi governati dagli irresponsabili è quello di veder cancellato anche il concettto astratto che proclama il riconoscimento dei diritti fondamentali dell’uomo.
L’atuazione in concreto di tali diritti deve essere sentita e rivendicata dai cittadini tutti.
Coloro che non si adeguano alle mode ed alle crisi, per ignoranza o fini personalistici, sono i figli di quelle rivoluzioni settecentesche: quella americana e quella francese,che furono alla base delle costituzioni ottocentesche.
I padri costituenti rappresentano il marchio di qualità dell’uomo moderno nonostante varie dittature abbiano tentato di cancellarne l’evoluzione.
Liberiamo la nostra forza, il nostro coraggio, le nostre virtù.
febbraio 28th, 2009 at 20:58
ho sentito che il salone di Roma delle barche ha un incremento del 15%. La crisi è solo per chi ha poco perchè chi ha tanto ingrassa di più.
silvia
Il salone nautico della Nuova Fiera di Roma registra un discreto successo è nel riparto industriale italiano è una nicchia ben quotata che ci fa onore. Gli acquirenti stranieri sono aumentati e le grandi commesse anche.
Il mercato nazionale soffre, specie per le barche di piccola taglia. Ed ecco che si evidenzia l’allargamento della forbice che divide il piccolo borghese dal ricco acquirente.
Non scateniamo guerre inutili fra poveri.
Oggi soffrono finanziariamente gli operai, gli impiegati e come abbiamo potuto assistere ieri sera su RAI 3 a “Presa Diretta” anche categorie come quella dei medici e degli ingegneri.
Il reflusso antieconomico e antiprofessionale sta registrando una dispersione insensata delle nostre migliori menti e cancellando quella fascia che trascinava l’uomo comune nel campo della consapevolezza e del benessere.
Le differenze sociali sono la spinta propulsiva al miglioramento dei singoli e della comunità tutta.
Quando vengono attaccate le categorie più intellettualizzate e vengono defenestrati i rombanti motori di un sapere tecnico è la vanità spiccia dell’uomo arrogante e di malaffare che vuole imporsi.
Ben vengano dunque gli acquirenti di barche che onorano la nostra mano d’opera e la nostra tecnologia.
Difendiamo i nostri mercati tutti in nome della qualità e dell’operosità.
La globalizzazione necessita di regole he tutelino gli articoli ed il mercato.
Davanti alla ghettizzazione dei mestieri ed all’espulsione delle menti occorre contrapporsi in cooperative selettive.
Rilanciare il lavoro non vuol dire aspettare un’opportunità che viene sistematicamente negata ma affrontare il mercato compatti nell’offerta senza lasciare spazio.
Chi ha compreso questo meccanismo che in Germania è stato attuato in grande stile…ha compreso che la montagna non va da Maometto è Maometto che va alla montagna…e senza sconti.
mi sono vergognato per come i medici sono messi in Italia. Presa diretta ha fatto capire che la condizione del lavoro a tempo determinato riguarda tutte le categorie. Medici che fanno ore di straordinario non pagate per assicurare i servizi agli ammalati e che sono pagati di base 800 euro sono notizie da terzo mondo. La globalizzazzione è stata una vera catastrofe.
Luigi
INVITO A DIVULGARE QUANTO PIU’ E’ POSSIBILE PERCHE’LA VIOLENZA HA MOLTE FACCE.
UN’OPERA TEATRALE CHE HA RICEVUTO IL RINGRAZIAMENTO DELLA FIGLIA DELLA POLITKOVSKAJA REALIZZA UN DOVERE DI SENSIBILIZZAZIONE CONTRO LA VIOLENZA A QUALSIASI TITOLO.
MASSIMO VERRI
“Vorrei ringraziare di vero cuore l’autore mio coetaneo Stefano Massini, Il Teatro delle Donne e il Comune di Calenzano per lo spettacolo che hanno deciso di dedicare alla memoria di mia madre. Credo che tutto questo vada a difendere la causa di tutti coloro che si battono per la difesa dei diritti d’informazione e di libera diffusione delle idee. La Russia vive un momento difficile ma come la Russia sono molte le nazioni del mondo in cui raccontare la cronaca dei fatti è sinomino di condanna a morte. Grazie.” Vera Politkovskaja
Si chiamava Anna Politkovskaja. Venne definita dal Cremlino “donna non rieducabile”. Le hanno sparato il 7 ottobre 2006 prima al cuore e poi alla testa all’ingresso di casa sua. Un edificio alla periferia di Mosca. Lascia due figli. Lascia un’inchiesta sulle torture in Cecenia dei russi che non potrà più essere pubblicata dal suo giornale, la Novaja Gazeta. Lascia tutti i suoi documenti, archivi, foto, pc alla polizia russa, che come prima misura dopo la sua morte ha sequestrato tutto ciò che ha trovato nel suo modesto appartamento. Per leggerlo con calma durante le indagini. Lascia Putin, un ex membro del KGB, alla guida della Russia. Lascia Kadyrov, uomo di Putin, da lei accusato di crimini contro la popolazione cecena alla guida della Cecenia.
Il Teatro delle Donne si sofferma sul caso di una donna giornalista uccisa per aver fatto il suo mestiere. Il suo nome pesa fra gli assenti di uno stato incivile. Ecco allora prendere vita l’idea di un memorandum teatrale, ovvero un’occasione per fermarsi a riflettere e pensare.
La globalizzazzione è stata una vera catastrofe….
Luigi
SUI MEDICI PRECARIZZATI
Caro Luigi,
sei molto generoso ad affibbiare alla globalizzazione colpe che non ha…assolvendo gli attori di politiche anticostituzionali che tradiscono una profonda ignoranza e sono la vergogna del sangue tricolore.
Il nostro serbatoio di menti eccellenti e braccia robuste e continuamente bistrattato da lacchè arricchiti che gratta gratta non rispondono ai requisiti della vera imprenditoria sociale e mondiale.
Quindi per risolvere i problemi occorre andare a monte e non a valle.
Abbiamo capito tutti che la distribuzione dei compiti è illegittima e non onora lo Stato sovrano…dunque va sostituito chi distribuisce i compiti e non rincorrere la coda di chi fa male un mestiere perchè occupa una posizione non avendone i requisiti.
Sono quindici anni che viene montato lo stato di familismo…il risultato è che dove c’è sistema mafioso c’è miseria ed inciviltà.
A noi il compito di dare corpo ad un sentire comune che rigetti la volgarità di questo tempo italiano ormai giunto alla putrefazione.
Non faccio politica di parte…mi attengo ai fatti e li elaboro. Sotto braccio ho arrtolata la costituzione, tutt’altro che invecchiata, e che ritengo un sempreverde della dignità italica.
“Si può essere donne in un’infinità di modi ma bisogna prendere atto che le relazioni di potere hanno orientato ed inibito questa libertà”…
Stiamo vivendo un brutto sogno.
Diamo per scontati i diritti paritario mentre il riscatto è lontano.
Paradossale la situazione del lavoro che piega in particolare le donne lasciandole ancora una volta più sole e disperate.
Paradossale è l’atteggiamento democratico che è disposto a mettere nero su bianco, punto per punto, i diritti femminili o quelli dei disabili, salvo poi tradirli puntualmente per lassismo ed incapacità rappresentativa. Spero che Wanda si esponga fino in fondo con una sua squadra per rappresentare un “differentemente sociale”. Siamo e saremo con lei che già tanto ha dato alla causa femminile e che per questo è stata osteggiata.
Stefi
Tonina Says:
febbraio 27th, 2009 at 20:07
che ne è stato della tutela delle lavoratrici madri se non si trovano posti nei nidi, e se la donne non è agevolata nei lavori di cura e turni di lavoro….
Andremo sempre ad elemosinare le agevolazioni allorchè non puntiamo il dito sulle strutture in grado di supportare la famiglia e che oggi soffrono di incapacità gestionale.
La famiglia, nell’ordinamento giuridico italiano, esprime l’uguaglianza senza distinzione di sesso quindi la tutela dei figli è di entrambe.
Sul lavoro vale lo stesso su citato principio, salvo la precisa individuazione di quelle poche attività professionali per le quali effettivamente la diversità biologica incide in maniera insuperabile nella differenziazione.
Purtroppo le cose non stanno così.
Se non vogliamo negare la percezione che la donna contemporanea sta stretta nelle scarpe del millepiede tuttofare, dobbiamo sostenere la nostra mutata coscienza pari passo alla volontà di mutarne il contesto sociale.
Finchè accetteremo che mille ostacoli ci complichino la vita giocheremo sempre in difesa e poi stanche ci sederemo ad aspettare ciò che non può arrivare da chi lo nega.
Prima i principi e poi, forse, ci metteremo d’accordo sui valori.
“La sicurezza, denuncia l’organismo di rappresentanza dell’Arma, non si fa con le ronde, ma si basa su due pilastri fondamentali: “L’incremento delle risorse economiche per le forze dell’ordine, che invece sono tagliate da anni. E la costruzione di nuove prigioni al fine di scongiurare il rischio di un nuovo indulto”.
BASTA CON LA PROPAGANDA!
BASTA TAGLI AI SERVIZI GANTATITI DALLA COSTITUZIONE!
STIAMO PERDENDO TEMPO E NULL’ALTRO.
IL BANDOLO DELLA MATASSA E’ LA CAPACITA’ DI RIORGANIZZARE LO STATO SOCIALE.
CHI NON E’ IN GRADO NON PUO’ SOSTARE NELLE ISTITUZIONI PAGATO DA NOI.
LA PUBBLICITA’ CHE ISTIGA ALLA VIOLENZA SULLE DONNE
Sono già intervenuta nel penultimo post di Wanda sul problema della pubblicità della Relish abbigliamento, un cartellone immenso che ritrae due poliziotti, in due immagini separate ma riconducibili ad una perquisizione di servizio che lascia intuire l’atteggiamento di assoggettamento violento del genere femminile all’abuso di autorità.
Ho letto che in molte città, Roma compresa, erano state “orgogliosamente rimosse.
Non è vero!
Fino a stamattina, passando per via Aurelia/Roma arrivando dal raccordo subito dopo Largo T. Perassi guardando a sinistra fra Via D. Marvasi e Via G.V. Englan, l’immenso cartellone era ancora perfettamente lì…a sfregio della dignità umana e a denuncia della non volontà di chi predica bene e razzola male a toglierlo.
Si continuano a passare messaggi subliminali che dimostrano solo quanto questi autori (chiunque si presti alla creazione ed alla distribuzione di messaggi violenti o pornografici) rappresentino lo scalino bestiale della società laccata.
Non è vero! Urlo come Marcello e i manifesti non sono stati tutti rimossi come le dichiarazioni dei politici avevano fatto pensare. Ancora una volta è dimostrata la malafede di chi si crociola in certi messaggi che violenza mostrano e violenza incentivano. Per il giorno della festa della donna si dovrebbe andare a rimuoverli noi stesse in tutta la città.
Lilly Micheli
Leggo su questo blog tante persone che guardano critiche gli andazzi. Immaginate una sedicenne come me che è contiuamente ingoiata dallo stress di vedere zoppicare ogni cosa.
Sì, si cerca di vivere gli spazi come possiamo ma siamo prima o poi indirizzati in queste trappole mediatiche che voi adulti ci propinate. Nessuno sembra voler fermare questa tempesta ignobile di messaggi distruttivi della persona umana. E’ una rincorsa ai soldi comuneque essi possano essere prodotti. Io non capisco quali sono gli schemi che un giovane debba seguire per essere inserito serenamente nella società. Non capisco neppure perchè vi ostinate a parlare tanto e a non fare niente. Non sento di rumori di gente che protesta contro le tasse che dite esagerate, nè contro i licenziamenti massicci giustificati da imbrogli di norme. Forse per me sarebbe più logico se si attaccassero le persone che hanno responsabilità istituzionale e che non pagano mai quando non fanno il loro dovere. In compenso vengono attaccate le persone perbene. Questo è gravissimo. Ne parlate ma reta tutto e solo scritto su qualche blog poi però qualcuno va avanti con i danni e nessuno lo ferma. Penso che ci siano più corrotti che persone perbene. Davanti al proprio benessere ci si vende e si vende perchè hanno azzittito i principi sani della vita. Per me questa faccenda finirà male se nessuno si muove.
Ciao a tutti
GLO
Tanto rumore per nulla! Gloria, ha la saggezza di giovane sedicenne che fa scuola ai babbioni della politica che fanno orecchi di mercante e da mercanti hanno l’egoismo da esporre ma non è vendibile.
Gina
Questo blog affonta temi sull’ambiente e so come Wanda la pensa in merito pertanto vorrei farvi leggere l’intervista su Repubblica in cui si evince l’errore che il governo sta compiendo con l’accordo FRANCIA-Italia, in cui l’Italia è perdente perché va a sostenere oneri di un’operazione costosissima, sollevando i cugini francesi dal peso economico di centrali atomiche di vecchio tipo che a qualcuno dovevano affibbiare. Gli interessi ( che passano sopra il referendum che esprimeva la volontà degli italiani di fare a meno del nucleare ) sono miliardari e non ne beneficerà la popolazione ma gli industriali in grazia di potere.
Rubbia è stato nominato presidente di una task-force per la promozione e la diffusione delle nuove fonti rinnovabili, che mira soprattutto al solare termodinamico.
Un progetto che si rifà agli specchi ustori di Archimede per catturare l’energia infinita del sole, come lo specchio concavo usato tuttora per accendere la fiaccola olimpica.
Sarebbe impellente fare un nuovo referendum e lasciare ancora l’ultima parola agli italiani.
Alda Bencivenga (Mestre)
Per il contenuto del blog,una notizia. Anche a me piace Arisa.
Gemma
8 MARZO: CORECOM BASILICATA, DEDICATO ALLA VINCITRICE DI SANREMO ARISA
Potenza, 7 marzo: Il Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni) della Basilicata dedica idealmente la giornata dell’8 marzo ad Arisa, la cantante di Pignola (Potenza) che ha vinto la sezione delle giovani proposte di Sanremo con il brano ‘Sincerita”’. Per la presidente dell’organismo, Loredana Albano, Arisa ”rappresenta la Basilicata che in silenzio lavora con impegno e dedizione per emergere e raggiungere risultati eccellenti. La sua spontaneita’ e semplicita’, celata dietro i grandi occhiali neri che la descrivono come l’eroina di un cartone animato, tradiscono invece la tenacia e la determinazione nel raggiungere gli obiettivi prefissati, caratteristiche comuni a tanti giovani della Basilicata che hanno difficolta’ a trovare i propri spazi di espressione e a darsi delle opportunita”’. ”Alla vigilia dell’8 marzo – dice ancora Albano – Arisa, giovane, donna e del Sud, e’ l’esempio di come l’impegno costante, senza troppi clamori, puo’ trasformare in un punto di forza caratteristiche che nel nostro paese costituiscono spesso uno svantaggio”.
non voglio essere xforza polemica, ma esclusa onerpo e pochi altri enti, mi è sembrato che la maggioranza delle iniziative promosse per l’8marzo fossero strumentali e “di facciata”.
non so, è come se si vedesse che lo fanno perche’ lo devono fare ma in realtà non gliene frega nulla.
Avevano presentato gli organismi geneticamente modificati come la soluzione a tutti i problemi dell’umanità. Tra l’altro dicevano, c’è tutta una letteratura, che gli OGM non hanno bisogno di fertilizzanti chimici o di erbicidi. Non era così. Nell’Argentina dell’agroindustria della soia, secondo la ONG “Gruppo di Riflessione Rurale” (GRR) proprio l’agroindustria sta avvelenando una delle pianure più fertili del mondo dove per non morire di cancro si scappa via. Il principale colpevole è il glifosfato, un erbicida inventato dalla Monsanto ma oggi, essendo scaduto il brevetto, prodotto da più ditte.
Si starebbero così moltiplicando i casi di tumori infantili, le malformazioni congenite, i problemi renali, le dermatiti, i problemi respiratori. Secondo uno studio dell’Ospedale italiano “Giuseppe Garibaldi” di Rosario, nelle zone fumigate ci sarebbe un aumento di tre volte dei tumori gastrici e ai testicoli, di due volte per quelli al pancreas e ai polmoni e addirittura di dieci volte al fegato.
GRR ha intervistato decine di medici rurali e abitanti dell’interno argentino e questi sarebbero i risultati tanto che dalla ONG si afferma: “La prima cosa da fare è una moratoria delle fumigazioni”. Ma il governo argentino con molta difficoltà può prendere delle decisioni in un territorio sul quale, dalla notte neoliberale, ha una giurisdizione molto limitata.
Durante gli anni del neoliberismo, infatti, mezzo territorio agricolo dell’Argentina fu venduto pezzo per pezzo a multinazionali dell’agroindustria transgenica. Oggi la metà delle campagne argentine, vaste più volte il territorio italiano, è piantato a soia transgenica. Per far crescere i 48 milioni di tonnellate di soia, esportate verso Cina, India e Stati Uniti, e che sono una delle prime voci dell’export del paese, vengono utilizzati 200.000 litri l’anno di glifosfato. Sembrava facile piantare tutto a soia in un territorio pianeggiante e con un’agricoltura altamente meccanizzata. Fu così che dagli anni ’80 in avanti la soia rubò sistematicamente spazio ai boschi, all’allevamento e ad altre coltivazioni. Se la Monsanto nega che il glifosfato sia tossico, dalla GRR si risponde che il glifosfato è il principale agente usato per le fumigazioni dei campi di coca in Colombia ed Ecuador e anche in quei casi ci sono denunce per gravi conseguenze sull’uomo.
Secondo la denuncia di GRR, raccolta da IPS: “E’ necessario sospendere le fumigazioni almeno in base al principio di precauzione”. Ma accettare tale precauzione vorrebbe dire per l’Argentina mettere in crisi completamente il modello agro esportatore. La rivista “Latinoamerica”, in questi anni, lo ha più volte denunciato: il modello dell’agroexport produce altissimi guadagni per pochi, spazza via la piccola agricoltura, non produce lavoro a causa dell’altissimo livello tecnologico e desertifica le campagne.
fonte gennarocarotenuto.it
La decisione dei politici per la presidenza Rai esclude la possibilità che una donna abbia il valore per essere nominata. L’evidenza è irritante poichè non passa neanche per l’anticamera del cervello il prendere in esame una candidatura femminile. Probabilmente considerano tutte le donne italiane ignoranti e non all’altezza. Oppure hanno paura.
Adriana
Se le donne consapevoli vogliono le donne nelle istituzioni e nei luoghi decisionali devono andarsele a prendere. C’è solo un modo perchè questo avvenga: conquistarsi il consenso delle donne. All’inizio saranno le donne e poi verrà il resto.
Senza il consenso plateale femminile non si va da nessuna parte ma si rischia di ricadere sotto lo stivale di chi ha già il potere. Io credo che per ritrovare il bandolo della matassa occorrono delle leaders capaci di unirsi in numero ed in idee. Cominciate a buttare giù un programma che prevede dei punti di arrivo. Cominciate a promuovere i diritti negati. Andate nelle scuole, magari con un look di tendenza ma con una voce trascinatrice e ribelle. Sento solo commenti ed un’informazione che anche se interessante rimane lì dove è.
Io sono nata nel 1992 e all’infuori di mia madre che è tutta al femminile non vedo molto movimento. Tutte le organizzazioni esistenti in pratica che cosa stanno facendo??? La lentezza con cui si opera per rivendicare un ruolo attivo nelle società è il motivo per cui ad ogni passo in avanti c’è qualcun altro che ci rigetta a terra. Alleanze. Ci vogliono alleanze e capacità rivoluzionaria. Ci vuole un vento che spazzi tutto perchè coglie di sorpresa e con forza inaudita. A casa mia sono le donne che si organizzano e mandano avanti tutto e sono loro che decidono se nessuno porta i loro stessi risultati. Così fanno gli uomini. E’ naturale no? I convegni che non coinvolgono i giovani e che sono solo pieni di parole per qualche finanziamento non creano consensi ma sono solo ancora una volta un modo come un altro per dire che qualcosa si sta facendo. In realtà non succede nulla. Se alla RAI si pretenndesse una donna perchè non si organizzano manifestazioni fiume sotto alla televisione di stato???Vedreste come uscirebbe qualche nome. Oppure pretendete che venga fuori dal nulla solo perchè qualcuno rivendica la presenza di una figura femminile in qualche tavolo decisionale??? Noi studenti abbiamo più coraggio di tante teste canute. E a proposito di latino: dalla notte dei tempi l’attitudine a schiacciare la donna è sempre esistita ed a resistito nei secoli. Segno che è più forte. Quindi meglio armarsi perbene e poi andare in battaglia. Alleanze mie signire alleanze.
Ciao
GLO
marzo 11th, 2009 at 16:51
“Ritengo una delle fortune della mia vita il fatto di non scrivere per i giornali. Le mie tasche ci rimettono, ma la mia coscienza è soddisfatta”.
(Gustave Flaubert
Flaubert non si curava certo del successo, le sue radici di ricco borghese e l’autocriticità severissima gli permisero una libertà di scelta indiscutibile ma spesso attaccata e criticata.
Fu restio sempre nella scrittura da pubblicare e anche le sue opere attesero a lungo prima di essere presentate al pubblico.
Le sue tasche, in verità, non conobbero mai ristrettezze e questo permise lui di scrivere i suoi capolavori senza che nessuno glieli comandasse o li indirizzasse ad un mercato di ritorno economico.
Sono convinta che certi moniti, quando provengono dalle “élites” hanno sicuramente una lucidità intrinseca propria di chi a pancia piena può pensare senza affanno.
Di diversa lettura è l’idea che non si possa conservare una coscienza soddisfatta se il coraggio di dire la verità resiste a qualsiasi pressione.
Vale la pena tentare sempre.
Oggi assistiamo ad una stampa italiana molto discutibile e questo non fa bene alla salute del Paese nè onora la categoria di chi fa informazione.
Certo è che val sempre la pena tentare di riconoscere, in una crisi epocale dei doveri di ognuno, coloro che, nonostante le avversità, restano agganciati al richiamo del vero.
La precarietà accomuna donne e uomini. Ci sono lavoratori a Torino: ivoriani, marocchini, nigeriani, tunisini. C’è anche una donna, una ragazza marocchina, che stringe in mano una cartelletta con i documenti della loro vicenda.
Ci raccontano di essere stati pagati a ore, senza mai vedere nemmeno una busta paga, in mezzo alla strada, come “spacciatori che passano una dose”. La CGS, esaurito il compito, si scioglie nel vento.
Il responsabile di Gesconet è tra i trenta e i quaranta, corpulento, pizzetto, auricolare, completo beige, eloquenza da piazzista. Un piazzista di braccia. Sostiene che il suo è un lavoro pulito, legale, che quello non è il posto giusto dove rivolgersi, perché loro non c’entrano nulla. I lavoratori con quieta rabbia smontano l’infernale matrioska di cooperative che dipendono da altre cooperative che prendono subappalti da chi ha preso appalti. Il caporale sorride del sorriso dei venditori di niente e si sottrae ma i lavoratori incalzano: ricordano circostanze, mansioni, ruoli che riconducono al nudo fatto: affittati da Punto Lavoro a CGS, in realtà dipendevano in tutto da Gesconet.
Il caporale sorride ancora e dice che loro hanno guadagnato dei soldi grazie a Gesconet. A volte è difficile contenere l’indignazione. A più voci viene chiesto rispetto perchè i soldi –pochi e nemmeno tutti – loro li hanno guadagnati con il loro lavoro.
Ma cosa può saperne di rispetto un piazzista di braccia?
La lotta continua. I lavoratori sono ben decisi a non mollare
Info = DIRITTI GLOBALI. IT
Info = DIRITTI GLOBALI. IT
Il piazzista sa bene quel che fa…lo sa come lo sapevano i capò nei campi di concentramento.
Ognuno di questi signori si ritiene un privilegiato sulla pelle degli altri.
Bene! Se è vero che la storia non si allontana troppo da certi corsi e ricorsi, mi resta da sperare che sia solo una questione di tempo.
Quando la disoccupazione raggiungerà numeri tali da cambiare l’ordine sociale…allora cambieranno anche gli atteggiamenti e finalmente verranno allo scoperto tanti “sentire”.
mi si chiede di lasciare un commento…
sono stanca, stanca di “lasciare commenti”, lotto tutti i santi giorni per mantenere il mio lavoro, seppur modesto e poco pagato,ED è UNA VERA GRAN FATICA, quindi NON HO PIù VOGLIA DI COMMENTARE O DI VOTARE, HO SOLO IL TEMPO PER CERCARE DI SOPRAVVIVERE ALLA MENO PEGGIO.
LETIZIA ,OPERATRICE SOCIO-SANITARIA
FATTI, NON PAROLE ( c’è ne sono troppe), NON SEMBRA ANCHE A VOI CHE SERVANO PIù FATTI? ma l’ italia vive di parole e parole e parole e…intanto INESORABILE ,il tempo passa, e parole , quante parole…
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