La forbice si allarga. La conclusione amara (e non troppo sorprendente) che emerge dal nuovo World Inequality Report è che le disuguaglianze sono tornate ai livelli dell’inizio del Novecento. Confrontando le situazioni di disuguaglianza fra i Paesi e al loro interno, il rapporto sottolinea però che «la disuguaglianza è una scelta politica, non un fatto inevitabile».
Non a caso, una notizia che ha suscitato clamore è stata la bocciatura in consiglio dei ministri di quello che erroneamente è stato definito come “contributo di solidarietà”. Il premier Mario Draghi aveva proposto di congelare per un anno lo sgravio Irpef sui redditi sopra i 75mila euro, arrivando a un tesoretto di 248 milioni, così da spostare risorse contro il caro bollette e venire incontro alle richieste dei sindacati per un maggiore equilibrio tra redditi alti e bassi.
Ma si sono opposti la destra, Italia Viva e alcuni Cinque Stelle. E quindi la proposta non è passata (Il Sole 24 Ore). Ma, al di là della misura e dei litigi politici, le disuguaglianze in Italia restano un problema: nell’ultimo rapporto Oxfam “Disuguitalia”, viene fuori come la distanza tra ricchi e poveri negli ultimi decenni sia cresciuta. Dagli anni Ottanta, il reddito del 10% più ricco è andato aumentando, mentre quello del 50% più povero è costantemente sceso.
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