“A parla’ chiaro se va…”
Così diceva un mio amico. Vedo però che fino ad ora emerge solo lui, il grande Uto Ughi, tra i plausi “per inerzia” e il galleggiare di prodotti scadenti giunti al successo fluttuando nell’insipienza, la grossolanità, l’assenza completa di cultura musicale. Il grigiore creativo non può essere compensato da urla, abiti pseudo-trasgressivi, tantomeno può acquisire valore il “chiasso” benché ripetuto, sponsorizzato, spalmato dappertutto. Il chiasso resta chiasso, il testo becero rimane ai livelli bassi dei contenuti espressivi, e se pure si voglia esaminare il prodotto in senso antropologico, il prodotto così costruito risulta completamente falso, perché non basta vestirsi male per essere autenticamente trasgressivi, come non basta un anello al naso per fare un aborigeno.