La Consulta femminile del Comune di Molfetta

 . La sentenza del Tar di Puglia è un segnale positivo che ci fa ben sperare sull’esito felice di ogni iniziativa che ha per scopo la civiltà, quella di non porre ostacoli al diritto delle donne di dare il loro fondamentale contributo alla conduzione dell’esistente politico, sociale, istituzionale; quella di far rispettare la Costituzione negli articoli 51, 3, 2. Felicemente aderisco alla richiesta di sostegno della Consulta femminile di Molfetta e invito tutti i nostri gruppi di lavoro e monitoraggio delle Pari Opportunità a fare altrettanto. Wanda Montanelli

Art. 51 Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini.

Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.. . .

.

CONSULTA FEMMINILE DEL COMUNE DI MOLFETTA Palazzo di Città- p.zza Municipio 70056 Molfetta(Ba) Tel/Fax0803359416 La nota vicenda della mancanza di rappresentanti femminili nella Giunta del Comune di Molfetta, ha portato alla sentenza del TAR Puglia, sede di Bari, che ha riconosciuto valide le motivazioni del ricorso promosso dalla Consigliera Regionale di Parità, dalla Presidente della Commissione Regionale di Pari Opportunità, dall’Associazione Tessere e dall’Avv. Francesca la Forgia, su sollecitazione della Consulta Femminile del Comune di Molfetta. Riteniamo che sia stato violato lo Statuto, che è fonte di diritto e legge fondamentale di un territorio. La legge non può essere né violata, né superata in quanto creerebbe un pericoloso precedente. Auspichiamo che la nostra voce diventi cassa di risonanza per creare un movimento di opinione che coinvolga tutte le donne e sostenga, attraverso azioni concrete, ulteriori iniziative, anche legali, per il consolidamento delle decisioni già espresse dal TAR Puglia, sede di Bari. Tale vicenda costituisce un punto fermo per il riconoscimento e l’affermazione dei principi di uguaglianza che ispirano la Costituzione Italiana, ed è indispensabile promuovere il coinvolgimento di tutti gli organismi di parità nazionali, regionali e locali.

Chiediamo attestazioni di solidarietà da inviare alle alte cariche istituzionali dello Stato affinché sia “assicurata la presenza dei due sessi nella Giunta”(art. 37 dello Statuto Comunale) e affermato il principio delle pari opportunità presente nell’art. 51 della Costituzione. la Consulta Femminile del Comune di Molfetta Chiunque voglia aderire: • può far suo questo documento ed inviarlo alle autorità – può inoltrare la sua adesione al documento, controfirmando ed indicando i suoi dati, a [email protected]

Epurazioni, parole al vento, nuove prese in giro

.

“Quasi al traguardo il giro d’Italia in “rosa” che ha visto protagoniste le donne dell’Italia dei Valori che ha portato all’elezione delle responsabili territoriali del coordinamento donne. Un viaggio attraverso le regioni che ha la tappa conclusiva a Vasto, sabato 13 settembre, con l’elezione della coordinatrice nazionale”. (leggi il resto*) Lancio originario d’agenzia: FESTA IDV: MONTANELLI, TANTE EPURAZIONI E SISTEMAZIONE DI MOGLI DI PARLAMENTARI NELLA NUOVA CONSULTA DONNE Roma, 13 set – “Come da previsioni, attraverso un sistema di riorganizzazione del partito che ricorda tanto vicende in voga un tempo in Bulgaria, c’è stata una vera e propria epurazione delle originarie componenti la Consulta Donne Idv”. A dichiararlo è Wanda Montanelli, già coordinatrice nazionale delle donne del partito, sospesa dall’ex pm a seguito delle “legittime richieste di concreta e reale applicazione dei principi costituzionali dell’art. 51, 3, e 2” e ad un’interrogazione sui fondi assegnati alle donne dalla legge 157/99 art. 3, per la promozione attiva delle donne alla politica. Pur indicate in bilancio, le somme non risultavano alla Montanelli, né alle altre donne della Consulta, essere state impiegate. “Per tutta risposta alla mia legittima richiesta di fare luce sulla questione – lamenta Montanelli – Antonio Di Pietro ha realizzato una “Consulta Donne alternativa”, sotto il pieno controllo e gestione da parte degli uomini di potere del partito e definita – secondo quanto mi è stato esposto e documentato da chi vi ha preso parte – attraverso meccanismi di pressione e acquisizione di tessere sui nomi di chi dovesse essere eletta. L’esito dell’operazione è stato, di fatto, la scomparsa della Consulta Donne originaria, soppiantata da una Consulta composta da affiliate, parenti amiche segretarie di parlamentari, coordinatori regionali e provinciali del partito. In Toscana, ad esempio, sono risultate elette al primo posto la moglie dell’onorevole Fabio Evangelisti, e al secondo la consorte del coordinatore Fedeli. In Sardegna la moglie del coordinatore provinciale Lino Mura mai iscritta a Idv, presentata dall’amico parlamentare Palomba. Nel Lazio idem con le persone sponsorizzate dal senatore Pedica. Per non parlare della coordinatrice nazionale, sen. Patrizia Bugnano, moglie del coordinatore Idv del Piemonte, o dei ruoli assegnati alla moglie di Di Pietro e alla tesoriera del partito, nota amica di famiglia. Una gestione “intimista” e familiare di un partito che usufruisce di fondi pubblici per molte decine di milioni di euro non è concepibile. Non abbiamo lottato per decine di anni, sfiancate di fatica, e fatto due scioperi della fame per far sistemare le amiche degli amici degli uomini di partito. Questa è una vera indecenza – accusa la Montanelli che dopo un recente sciopero della fame interrotto in seguito a ricovero urgente e alla richiesta di sospensione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si è rivolta al Tribunale di Milano per il riconoscimento del danno esistenziale – ho fiducia che a fronte di questo ulteriore aggravarsi della discriminazione femminile, tra l’altro perpetratasi anche con la chiusura repentina del sito internet delle Consulta donne, in barba all’art. 21 della Costituzione sul diritto di espressione e informazione, la magistratura possa renderci giustizia attraverso una sentenza esemplare che faccia scuola”. AGENZIA PUBBLICATA *ERA TUTTO PREVISTO il 15 luglio : scrivevo sulla “Teoria della Consulta ombra“: (…) si sta cercando di epurare la Consulta Donne esistente; per soppiantarla con persone che magari di recente appartenenza, o comunque non bene informate di come stanno i fatti, credono a vecchie parole e fresche chiacchiere. Dico loro che sono dieci anni che riceviamo le stesse promesse che oggi vengono reiterate al solo scopo di mettere una toppa sull’immensa voragine dei mancati diritti alle pari opportunità nell’Italia dei Valori. Le donne di questo partito sono ricche di volontà, capacità, talento, serietà, motivazione, passione civile. In cambio hanno ricevuto: offese, umiliazioni, desertificazione delle opportunità, emarginazione, allontanamento dai luoghi delle decisioni, divieto di esprimersi durante le pubbliche assemblee, collocazioni in posizioni di non eleggibilità nelle liste. Stenti, miseria e povertà di mezzi. Povertà di mezzi economici. Di questo si chiede conto. Con la certezza di avere ragione. Perché solo con la forza di prove documenti e testimoni si può affrontare una causa civile di tale portata, contro una gestione accentratrice, antidemocratica e privatistica di un partito. Si chiede conto di ogni azione fatta contro le donne e la democrazia paritaria. Anche di questa Consulta “B” , o “Consulta Ombra” che si tenta in fretta e furia di mettere in piedi. Sono uomini che la stanno facendo. Costruendo un luogo delle donne al posto di quello già esistente. Stendendo una passata di vernice bianca su affreschi di valore. Oggi: si contano (per adesso) n. 7 mogli (n. 2 in Toscana, n. 1 in Sardegna, n. 1 Piemonte, n. 2 ruoli nazionali); e salvo due regioni in cui ci sono donne già impegnate da antica data e un altro paio di casi gestiti con un minimo di democrazia, tutte le altre regioni sono divise equamente in propaggini (prolungamenti, diramazioni, longa manus) degli uomini di partito, cioè segretarie, amiche di famiglia, o del cuore, parenti, e annesse. Invito gli interessati a denunciarmi se quanto qui dichiarato non corrisponde al vero. I commenti del blog sono aperti ad altre notizie. Internet serve a questo: a dire la verità. Wanda Montanelli, 13 settembre 2008

Su di me

Chi sono

image

image

Informazioni

Wikipedia

Facebook

image

image

Visita la mia pagina

Ricevi i miei aggiornamenti quotidiani sulla mia pagina facebook.

Twitter

image

image

Seguimi su twitter

Ricevi i miei aggiornamenti quotidiani sul mio account twitter.

A cosa lavoro


Consulta delle Donne

Consulta delle Donne

Notizie e promozione di attività al femminile, dal 2003

ONERPO

ONERPO

Osservatorio Nazionale ed Europeo per il Rispetto delle Pari Opportunità

March Against Monsanto - Roma

March Against Monsanto – Roma

Manifestazioni e informazioni per combattere gli OGM e le sofisticazioni alimentari

Mai più spose bambine

Mai più spose bambine

Campagna per fermare i matrimoni forzati di bambine che avrebbero diritto all’infanzia.

Marchio Etico

Marchio Etico

Per la dignità dei lavoratori, contro il lavoro minorile.