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L’ONESTA’ TORNERA’ DI MODA

Borsa italiana a picco stamattina, addirittura sospesa per eccesso di ribasso. Probabilmente a Bruxelles e nei centri finanziari non si aspettavano questo flop di Monti (totalmente ininfluente, tanto alla Camera quanto al Senato). Credo che il Professore sia una bravissima persona ma ha un difetto imperdonabile: è completamente scollegato dalla realtà della vita di tutti i giorni e dai problemi della gente. Lui pensava solo ed esclusivamente a far quadrare i conti senza intervenire con forza anche sui privilegi, parallelamente all’introduzione di nuove tasse. Un autentico terremoto invece (o “tsunami” come dice lui) quello di Grillo che diventa il primo partito italiano con quasi il 26 per cento dei voti (al Senato ha poco meno perché i giovani non possono votare). Altro vincitore è sicuramente Berlusconi che ha recuperato prodigiosamente nelle ultime settimane toccando i punti dolenti degli italiani e promettendo balsami risolutivi è riuscito a convincere chi non aspettava altro che di essere convinto. Così ha messo i Democratici in una non facile condizione: se vogliono governare, devono fare accordi con lui (oppure con Grillo). Grandi sconfitti Antonio Di Pietro che rimane fuori dal Parlamento e Gianfranco Fini (anche lui fuori dal Parlamento, come D’Alema che però si è ritirato volontariamente non candidandosi). Sconfitto anche Casini che riesce a entrare ma per il “rotto della cuffia”. Il mandato esplorativo da Presidente del Consiglio verrà conferito dal Presidente della Repubblica ai Democratici, nella persona di Bersani (è vero che Grillo è primo partito, ma PD ha quasi gli stessi voti, circa il 26%, e alla fine riesce a superare M5S perché è in coalizione con SEL di Vendola – insieme fanno circa il 29 – mentre Grillo non è coalizzato con nessuno, quindi rimane col suo 26). Alla Camera I Democratici largheggeranno, perché alla prima coalizione viene attribuito il 55% dei seggi. Il problema però si pone al Senato, perché Silvio ha fatto un notevole risultato e non c’è modo di governare senza di lui. A meno di non accettare le proposte-terremoto di Grillo che non ne vuole sapere di andare al governo ma è disposto di far votare alcune singole proposte di legge: 1. Eliminazione dei rimborsi elettorali per i partiti (si tratta di centinaia e centinaia di milioni di euro, spesso mal utilizzati, come per compare Jeep, viaggi ai Caraibi, ostriche, Champagne e tutto il resto che abbiamo letto). 2. Riduzione degli stipendi dei parlamentari del 75% (i grillini lo faranno in ogni caso per se stessi, come lo han già fatto in Sicilia e ovunque sono andati al potere; del resto se la vita in Italia è meno cara che in Germania non si capisce perché i nostri parlamentari debbano guadagnare quasi il doppio di quelli tedeschi ed essere i più pagati dell’intero Occidente, Stati Uniti inclusi). 3. Introduzione di un reddito minimo di cittadinanza per i giovani – quantificabile attorno ai 1000 euro – nei periodi in cui sono disoccupati. Una specie di “sussidio” di disoccupazione giudicato spesso “demagogico” dagli altri partiti ma in realtà presente in quasi tutti i paesi d’Europa. Secondo Grillo al ragazzo disoccupato verrà offerto un lavoro, poi un secondo e poi un terzo. Se rifiuta per tre volte, perde il diritto al reddito minimo di cittadinanza (credo sia il modello danese). 4. Ritorno all’acqua pubblica. Se Bersani vuole governare, quindi, può farlo solo ed esclusivamente su questi singoli punti (o su altri punti proposti sempre da Grillo; oppure su altri proposti dagli stessi Democratici che però Grillo consideri giusti). In caso contrario dovrà fare maggioranza con Berlusconi. Ma sarebbe una maggioranza pericolosa, perché Grillo farebbe un’opposizione martellante e alle prossime elezioni prenderebbe, verosimilmente, ancora di più: magari il 35 o 40 per cento. Ultima considerazione positiva da aggiungere: poiché il M5S ha ottenuto questo risultato clamoroso, ha ora diritto ad entrare nelle varie commissioni parlamentari e a “spulciare” tutti i documenti e gli atti. Questo significa sapere quanto (noi italiani) paghiamo per le varie forniture di materiali, per cancelleria, servizi di ristorazione, a chi vanno in Italia i vari appalti e quanto ci costano, quante sono le auto blu e chi ne ha diritto etc. etc. Insomma signori, la pacchia è finita… http://www.corriere.it/economia/13_febbraio_26/voto-borsa-mercati-crisi_1958aa5a-7fe4-11e2-b0f8-b0cda815bb62.shtml http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni2013/2013/02/25/news/elezioni_grillo_m5s_risultati_reazioni-53396877/?ref=HRER1-1 26. 02.2013 Wanda Montanelli

POVERE DONNE TRA IL MASCHILISMO TRASVERSALE E IL FEMMINISMO DA HAREM

Lettera aperta di Silvia Terribili da Amsterdam Amsterdam, 22 aprile 2009 Cara Wanda, Il tuo post mi ha stimolato a scrivere. Il maschilismo è purtroppo trasversale e a distanza di anni debbo purtroppo darti ragione sul fatto che anche Di Pietro, da questo punto di vista, opera scelte in linea con la tendenza generale italiana. Agli uomini al vertice non piace la donna protagonista, ambiziosa, sicura di sé, che vedono come rivale, e amano circondarsi di spalle o di caratteriste. La candidata preferita dai vertici è quella che sostanzialmente avalla la linea del capo, è dissidente, ma solo sulle questioni secondarie, un esempio eclatante è la Serracchiani, che è vestita da pasionaria, ma fondamentalmente rispecchia la linea dei vertici. Il femminismo del PDL, io lo chiamo il femminismo da harem (di per sé affascinante come fenomeno), invece si riassume nel concetto che tutte le donne hanno il diritto di essere belle e di far parte di una corte di lusso. La donna deve essere rassicurante, non agitare tematiche che potrebbero turbare i telespettatori, ma soprattutto seguire per filo e per segno i dettami di poteri che stanno sopra di lei. Una donna bravina, non eccezionale, che non si specializza autonomamente nei dossier, che non esprime una propria linea, ma sposa in toto la linea del capo e vota secondo le istruzioni che arrivano dagli esperti. L’ideale per il potere che agisce dietro le quinte. Un modello femminile chiaramente agli antipodi del mio modo di sentire. Se c’è una cosa di cui mi rammarico è di non aver fatto la nostra piccola rivoluzione delle donne a Vasto, nel settembre 2006 io ero pronta a protestare. Eravamo un piccolo gruppo che avrebbe potuto segnare una svolta dentro Idv, ma tu allora mi consigliasti di aspettare, di dare ancora una possibilità ai vertici di lasciarci lo spazio politico e la visibilità che chiedevamo. Avevo proposto una due giorni delle Donne dei Valori a Roma nel gennaio 2007, i vertici ce l’avevano promessa, poi non se ne è fatto più nulla… Abbiamo fatto male, Wanda, a non protestare allora. Anche quest’anno avevo proposto una giornata della Donna dei Valori per l’8 marzo a Roma…….nessuna risposta…. Oggi Di Pietro ha di nuovo deciso dall’alto le candidature. Non ci ha concesso le primarie che chiedevamo a gran voce, non ha concesso congressi regionali o elezioni di quadri e dirigenti. Ovviamente non voglio dire che Di Pietro abbia sbagliato su tutto, ha candidato persone eccezionali come De Magistris e Sonia Alfano che sono personaggi emblematici in cui tutta la società civile non può che riconoscersi. Sicuramente ha candidato tante altre persone che meritano, che svolgono onestamente il proprio lavoro difendendo valori condivisi. Il punto rimane : la base (soprattutto femminile) che ruolo ha avuto in tutto ciò ? Qualcuno deve spiegarmelo. L’ho chiesto personalmente a Di Pietro, ma lui non mi ha risposto. L’abbiamo chiesto come Italia dei Valori Olanda, ma aspettiamo ancora risposta. Accenno solo brevemente alla mia questione personale. Mi ero proposta come candidata per le europee ed ero stata selezionata insieme ad altre candidate per la circoscrizione estero. Evidentemente ero stata selezionata per meritocrazia tra 800 proposte di candidature. Altrimenti non avrei certo superato la prima scrematura. Ebbene, Di Pietro ci ha escluse per motivi che non ci ha ancora spiegato. Al nostro posto candida delle debuttanti in politica che magari in passato hanno votato per Berlusconi oppure candida dei cooptati, alcuni di valore, sicuramente, ma chi ci assicura che a Bruxelles saranno in grado di sostenere le idee dipietriste e non saranno risucchiati dalla potentissime lobby liberiste, industrialiste, nucleariste e pro OGM che oggi fanno il bello e cattivo tempo dentro la UE ? Altro che linea “operaista” di Di Pietro ! Lì si difendono le multinazionali, le banche, i centri di potere internazionali. Lì non stanno certo dalla parte dei precari, degli operai della Thyssen o di Eternit, ma difendono gli interessi dei padroni. Questi sono i fatti. Con tutto ciò ribadisco che continuo a condividere in toto le idee politiche di di Pietro e non penso certo di abbandonare il partito ora, però è chiaro che, se dobbiamo (vogliamo ?) fare una battaglia femminista dentro Idv, io sarò in prima linea. Dobbiamo far capire a di Pietro che non deve avere paura della donna protagonista, che deve anzi cercare la collaborazione di quelle donne che non gli danno sempre ragione e che non stanno lì ad adorarlo per quanto è bravo. E’ bravo sì, e con i tempi che corrono l’unico in Italia a fare opposizione e a incoraggiare la fiducia in una società dei valori e una ribellione al berlusconismo. Però le donne attiviste, militanti e simpatizzanti, quelle che hanno lavorato per tutto l’autunno ai tavolini del lodo alfano sono molto deluse, e vogliono esprimere la loro protesta. Di Pietro non può continuare a chiederci di fare squadra e avallare in silenzio tutte le sue decisioni sull’organizzazione interna del partito. Chiediamo ancora una volta primarie per eleggere quadri e dirigenti, congressi regionali, statuti democratici, meritocrazia, democrazia, trasparenza. Altrimenti quest’anno a Vasto ci andremo sul serio a fare la nostra piccola (grande) rivoluzione delle donne per le donne. Silvia Terribili Idv Olanda